Il cancro è sempre esistito: ecco come si curava una volta con la medicina classica

Il cancro era una condizione clinica conosciuta anche nell’età classica. Anche se non possediamo prove documentali sui metodi utilizzati nell’Antichità per diagnosticare e curare i tumori, gli storici sono convinti che questa malattia fosse ben nota e curata in tempi remotissimi.

Nell’antica Grecia i medici utilizzavano il termine karkinoma per descrivere i tumori incurabili. Il primo a tentare una cura fu Ippocrate, il padre della medicina (vissuto intorno al IV secolo a.C.). Proprio Ippocrate redasse le primissime osservazioni cliniche di questi tumori e cercò delle cure per risolverli.

La storia dell'oncologia nasce con Ippocrate? (Pixabay) - www.curiosauro.it
La storia dell’oncologia nasce con Ippocrate? Il cancro nell’età classica (Pixabay) – www.curiosauro.it

Il cancro nell’antichità classica

Ippocrate basava la sua medicina sulla teoria dei quattro umori. Credeva che ogni malattia fosse espressione di uno scompenso che alterava l’equilibrio naturale fra i quattro fluidi corporei principali (sangue, flegma, bile gialla e bile nera). In questo senso il cancro era interpretato come l’effetto di un eccesso di bile nera, un ristagno. Per curarlo, dunque, si usava il salasso (si incideva la pelle per far uscire il sangue). Oppure si adoperavano dei lassativi. Il tutto intervenendo sulla dieta del paziente. Gli interventi chirurgici erano rari. Quindi il cancro nel mondo antico era curato perlopiù con terapie marginali e non invasive.

Nel mondo romano il medico Aulo Cornelio Celso fu il primo a usare il nome cancro, dopo aver notato che il carcinoma aveva un aspetto infiltrante e ramificato, simile appunto a un granchio. Quindi Celso sapeva che il cancro poteva diffondersi da un punto all’altro del corpo, e che andava eliminato prima che s’ingrossasse. I suoi testi parlano esplicitamente di cancro al seno, cancro al cervello e cancro della pelle. E poi di tumori registrati al colon, al fegato, alla gola, alla lingua e ai testicoli. Il medico romano Galeno provò invece a riformulare la patogenesi dei tumori. Egli definì il cancro un ingrossamento o una protuberanza.

Sviluppo del trattamento del male

I progressi nel campo dell’oncologia durante il Medioevo grazie alla scuola medica salernitana (wikipedia) – curiosauro.it

Il trattamento del cancro conobbe decisivi progressi solo nel I secolo d.C., con Archigene di Apamea, un medico greco-siriano che tentò più volte la rimozione chirurgica del cancro dai suoi pazienti. Archigene parlava anche di diagnosi precoce e intervento sui nervi che circondano il tumore, che devono essere spostati durante l’asportazione. Sempre la scuola di Apamea sviluppò i primi metodi di cauterizzazione in caso di emorragia e di trattamento post-operatorio per prevenire l’infezione.

Per conoscere ulteriori progressi nella scienza medica applicata alla cura del cancro dobbiamo lasciare il mondo antico. Solo nell’XI secolo, con la scuola medica salernitana assistiamo infatti a una sistemazione delle procedure di intervento per rimuovere i tumori. I medici salernitani furono i primi a parlare di agenti cancerogeni esterni e a predicare una vita sana e una dieta equilibrata per prevenire l’insorgenza dei tumori. Produssero poi manuali per il trattamento chirurgico dei tumori, in ogni zona del corpo. Così, cavalieri, principi e benestanti di tutto il mondo si recavano a Salerno per essere operati.

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