Genetica, gli uomini avrebbero più possibilità di incorrere in un tumore rispetto agli altri primati non umani
Un nuovo studio ha messo in correlazione gli aspetti di incidenza del cancro in primati non umani e negli uomini. Ciò che è emerso è una predispone da parte dei primati umani di contrarre tumori. Questo a causa delle variazioni genetiche che si sono avute nel corso dell‘evoluzione.
Tutta colpa della genetica
Una minore incidenza del cancro nelle scimmie rispetto agli uomini. Questo è quello che si evince dai dati pubblicati su Cell Reports. Lo studio, condotto dagli scienziati dello Sloan Kettering Institute di New York e del Museo Americano di Storia Naturale, mostra una predisposizione genetica dell’uomo verso i tumori. Sino ad ora non si riusciva a capire il perché di mutazioni genetiche, quali aspetti avessero inciso insomma per determinare fattori di predisposizione verso le neoplasie tumorali. Ora pare si sia arrivati ad una risposta…
Il gene BRCA2 negli umani
Un’analisi comparativa su 12 primati non umani e di primati umani hanno portato gli scienziati a scoprire una serie di sostituzioni che altererebbero la funzione delle proteine. Un’analisi che ha restituito 395 sostituzioni fisse umane specifiche in 143 geni del cancro. Una di queste si troverebbe proprio nel gene BRCA2 umano. Mutazione acquisita durante la separazione degli uomini dagli antenati primati che non lo sono.
Ereditare infatti questa variante BRCA2, infatti, porterebbe ad un’alta possibilità di contrarre tumore al seno soprattutto, in percentuali più basse anche neoplasie maligne alle ovaie, alle tube di Falloppio, prostata, pancreas e melanoma. Questo studio pone attenzione anche sul possibile perché proprio gli umani abbiano ereditato tale mutazione. Una delle ipotesi sul piatto più accreditate è quella di aver acquisito una maggiore fertilità attraverso questa mutazione. Le donne infatti portatrici di quest’ultima sarebbero più fertili. Ovviamente questa ricerca è la base di partenza per l’ingegneria genetica volta modificare a sua volta il BRCA2.