Uomini che odiano le donne, una storia nella storia di misoginia infinita non ancora “finita”
L’odio verso il genere femminile non è una crudele “moda” dei giorni nostri. Si tratta di un andamento ben radicato nel corso della storia condiviso purtroppo anche da alcuni padri di chiesa. A partire dal IV secolo soprattutto un gruppo di uomini potenti del tempo, anche appartenenti alla chiesa, avrebbe contribuito a diffondere messaggi atti a porre in minoranza rispetto all’uomo la figura della donna.
Distanza nella storia dalle donne, realtà dei fatti o timore?
Il ruolo della donna non è stato sempre in una posizione scomoda da vivere e gestire. Non sempre le donne hanno dovuto lottare per la parità di genere. Maggiore diffusione di quel gusto misogino – mai più sradicato del tutto – si è avuto dal cristianesimo in poi, con precisione dal diffondersi di un certo monachesimo maschile con uomini che presero una distanza tale dalle donne da reputarle inferiori. Si pensi alla versione del racconto biblico della creazione più diffuso. Non il primo secondo il quale uomo e donna sarebbero stati creati insieme, ma il secondo con la donna, generata dall’uomo e rea in seguito di aver attinto al frutto della conoscenza. Infatti c’è una serie di personaggi del passato che hanno considerato negativamente le donne e hanno contribuito al diffondersi di un messaggio misogino. Si tratta di: Tertulliano, Cipriano, Atanasio, Pacomio, Giovanni Cassiano, Giovanni Crisostomo. Tutti autori di scritti che vanno dal circa 200 d.C. al 400 d.C.
Il peccato dei padri della chiesa
Ci sono alcuni personaggi che hanno assolto al ruolo di “padri della chiesa”. Anche questi ultimi hanno diffuso un’immagine della donna del tutto distorta e negativa. Ad esempio il vescovo di Milano Ambrogio (340-397 d.C.) che definì le donne come limitatrici del potere maschile, vere e proprie “catene al piede”. E ancora con Girolamo (347-420 d. C.) il diffondersi di messaggi misogini con il raccomandare i monaci di non intrattenere amicizie con le donne. Sulla scia di quest’ultimo anche Agostino D’Ippona ((354-430 d. C.) che si ostinò fortemente verso la separazione tra i due sessi, le donne, moglie dei chierici, erano paragonate a creature demoniache, intralcianti il cammino dei mariti.