Yazilikaya è il nome di un antichissimo santuario ittita ubicato a Hattusa, la grande Capitale dell’Impero che tra il XV e il XIII secolo a.C. entrò in conflitto con l’Egitto dei faraoni. In turco Yazilikaya significa roccia iscritta perché questo tempio è pieno di rilievi rupestri decorati.
Il sito, di certo considerato sacro dalle popolazioni ittite, era composto da due camere principali incastonate in mezzo a rocce sporgenti. Yazilikaya è una testimonianza fondamentale per approfondire la religione degli Ittiti e la loro evoluta conoscenza astronomica.
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Alla scoperta dell’antico santuario ittita di Yazilikaya
Nella cosiddetta Camera A e B appaiono dei rilievi rupestri che mostrano le raffigurazioni delle maggiori divinità del pantheon ittita. Ciò ci fa pensare che il sito fosse un vero e proprio tempio, in cui si celebravano sacrifici. Secondo altri interpreti il luogo potrebbe essere servito come osservatorio astronomico o come calendario. Insomma, saremmo al cospetto di un gigantesco dispositivo di misurazione del tempo, con le incisioni che fungevano da indicatori per il movimento lunare e solare. Sappiamo che l’antico santuario sorse prima del XVI secolo a.C., ma le opere scolpite e le incisioni risalgono invece alla fine del XIII secolo a.C.
Uno dei reperti più interessanti mostra sessantaquattro divinità in processione. A sinistra ci sono tutte le divinità maschili, in abiti tipici hittiti (gonnellino, scarpe a punta e copricapi con le corna). A destra vediamo le divinità femminili che indossano corone e gonne più lunghe. L’unica che veste in modo diverso è la dea della guerra Shaushka (che i mesopotamici chiamavano Ishtar) che si unisce al corteo maschile e indossa un vestiario da battaglia. Appare nella processione anche il dio mesopotamico della saggezza Ea (o Enki), a testimonianza che gli ittiti avevano accolto nel loro pantheon anche déi dei popoli vicini.
Una precisa raffigurazione del cosmo
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Secondo uno studio dell’anno scorso, condotto da ricercatori turchi, il santuario ittita dovrebbe essere interpretato come una rappresentazione del cosmo suddiviso in tre parti: terra, cielo e mondo sotterraneo. Tutte le rocce affioranti sarebbero poste in determinate posizioni per gettare ombre sulle costruzioni in modo da disegnare i cicli astronomici. Grazie al santuario, quindi, gli ittiti riuscivano a calcolare le ore del giorno, fasi lunari e il solstizio.
Le divinità supreme presenti nella Camera A si riferivano alle stelle settentrionali. Mentre le divinità della Camera B rappresentavano gli dèi degli inferi e delle stelle sconosciute. Secondo le ciclicità celesti sono enfatizzate in tutto il santuario. Ogni singolo rilievo va interpretato come un riferimento astronomico.