Un’infrastruttura costruita nel 1923, che fungeva da polo di produzione mineraria nella costa occidentale dell’iglesiente sardo, oggi è un vero e proprio gioiello turistico. Stiamo parlando di una famosa attrazione del litorale sardo: un luogo unico al mondo.
Porto Flavia prende il nome da Flavia Vecelli, figlia dell’ingegnere portuale e progettista Cesare Vecelli. Abbiamo quindi a che fare con un porto connesso alle miniere di Masua, nell’area del Sulcis, una zona della Sardegna ricca di carbone, zinco, zolfo, bario, piombo e anche argento.
Sappiamo che l’estrazione dei minerali interessò questa zona già dall’inizio del XVII secolo, ma solo nel XX secolo l’attività estrattiva divenne economicamente rilevante. La Masua era ricca di grotte di carbone. E nel 1922 la zona fu acquistata dalla compagnia belga Vieille Montagne. Solo allora lo sfruttamento aumentò con il crescente bisogno di zinco e piombo (che servivano agli eserciti per costruire prodotti bellici da usare durante la Prima Guerra Mondiale). E così nelle miniere cominciarono a lavorare ragazzi, donne e bambini. Fino al 1924 i marinai di Carloforte spostavano il minerale lavorato in ceste di vimini caricate sulle spalle e poi trasportate con bilancelle, ossia delle caratteristiche imbarcazioni sarde), questo perché non esisteva un porto connesso direttamente alla miniera…
Molti erano gli incidenti: le bilancelle cariche di piombo affondavano con elevata frequenza. E le condizioni di lavoro degli operai e dei trasportatori erano da Terzo Mondo. Per questo si decise di creare un’infrastruttura ad hoc per la produzione mineraria. Nacque così Porto Flavia, un porto unico al mondo, che all’epoca fu recepito come un capolavoro di genio ingegneristico. Oggi, invece, quel porto è un monumento di archeologia industriale. Un luogo magico capace di incantare i visitatori con la sua vista mozzafiato sul mare incontaminato di Masua e sul faraglione di Pan di Zucchero.
Chiunque visiti Porto Flavia non si ferma però solo alla contemplazione del panorama. La visita permette anche di percorrere una galleria, che un tempo era usata dai minatori. Un tunnel di seicento metri circa, scavato dagli operai, che sfocia su un balcone d’eccezione, affacciato a metà di uno strapiombo sul noto faraglione di Pan di Zucchero.
Lì intorno, c’è anche il villaggio minerario sul ripido pendio di Punta Cortis. In questo agglomerato si conservano vari edifici: un ospedale, una chiesa, dei laboratori e delle case immerse nel verde. Tutti questi stabili sono dislocati su vari dislivelli rocciosi. Merita attenzione anche il museo delle Macchine da miniera. E poi c’è la spiaggetta di Porto Flavia, con i resti della miniera, il celebre faraglione e la pineta. Ecco come un’infrastruttura per la produzione mineraria è riuscita a riciclarsi come preziosa attrazione turistica.
Dopo molteplici indiscrezioni, Francesco Paolantoni rompe il silenzio riguardo il suo addio a Ballando con…
Come fa Amazon a tutelarsi in caso di reso truffaldino? E che cosa rischia chi…
Un gruppo di scienziati ha scoperto qual è il vero motivo per cui tante persone…
Ecco quali sono i reati che costituiscono vere e proprie "macchie" sulla fedina penale. Le…
Emma Marrone non è riuscita a nascondere l'emozione dopo l'evento e ha confidato ai follower…
Secondo le anticipazioni turche, nelle prossime puntate di Endless Love, Emir metterà in atto un…