Anthony Bragalia è un ufologo parecchio rispettato nell’ambiente delle ricerche connesse alle tematiche extraterrestri. Non è il solito invasato che si lascia andare a ricostruzioni inventate di sana pianta o a rivelazioni allarmistiche. Eppure anche lui di recente ha destato scalpore allorquando ha dichiarato di aver raccolto prove sul fatto che la DIA (Defense Intelligence Agency) conserva nei suoi archivi rapporti su un corpo alieno.
Il reperto extraterrestre sarebbe stato recuperato dopo il celebre incidente di Roswell, nel 1947. E secondo Bragaglia il Pentagono avrebbe prelevato molti campioni dal sito. Fra cui del materiale organico e delle apparecchiature tecnologiche di natura artificiale.
Bragaglia, il ricercatore che ha raccolto prove sulla presenza di un corpo alieno nei depositi della DIA
Gli uomini del Pentagono avrebbero restaurato e poi testato il materiale prelevato dai relitti degli UFO coinvolti nell’incidente di Roswell. Nella fattispecie, Anthony Bragaglia afferma di aver scovato delle prove che incastrano la US Defense Intelligence Agency (DIA). Da questi documenti si evincerebbe che la DIA avrebbe raccolto reperti sul luogo dell’incidente e poi organizzato dei test per valutare il materiale.
Bragaglia dice di aver messo le mani su un documento di centocinquanta pagine circa, in cui la DIA sintetizza tutti i risultati dei test. Nei file si parlerebbe anche di un misterioso metallo “della memoria” chiamato Nitinol che riprende la sua forma originale dopo essere stato piegato. E poi ci sarebbero menzioni a un organismo alieno. Davvero il ricercatore ha raccolto prove così compromettenti?
A sostegno delle parole di Bragaglia ci sarebbero anche alcune dichiarazioni rilasciate da un certo Walter Haut, un ex addetto stampa dell’esercito USA. Pare infatti che, poco prima di morire, Haut abbia confessato in un video (finito nelle mani di Bragaglia e poi condiviso dal giornale scandalistico The Sun) tutto ciò che sapeva sull’incidente di Roswell e i piani del Pentagono.
La versione dell’addetto stampa Haut
Ecco l’affermazione più sconcertante di Haut: “Ho visto il corpo senza vita di un alieno delle dimensioni di un bambino di dieci anni”. I militari avrebbero trovato quel corpo alieno già senza vita nel luogo dell’incidente a Roswell, nel New Mexico. Haut è appunto il militare che aveva redatto il comunicato stampa originale dopo aver letto i rapporti degli ufficiali e aver visto le prime foto. Ma pare che l’Aeronautica Militare abbia voluto censurare le sue dichiarazioni. “Per quanto mi ricordo, nelle foto c’era un corpo…” ribadisce il testimone. “E quei rottami parevano davvero appartenere a un’astronave o a qualcosa del genere.”
Bragaglia afferma che quel video-confessione gli sia stato donato da tale Dennis Balthaser, un caro amico di Walter Haut, affinché fosse diffuso secondo le ultime volontà dell’ex militare. Dunque Bragalia ritiene che il Governo potrebbe ancora conservare in luoghi protetti sia i corpi alieni che i detriti dell’UFO.
A questo punto, qual è la verità dietro l’incidente del disco volante di Roswell? Esistono parecchi resoconti aneddotici di persone che hanno avuto a che fare con quell’incidente, e Haut è solo l’ultimo testimone di una lunga serie. Queste ricostruzioni sono però quasi sempre limitate dal fatto di provenire da personaggi poco credibili, perché collegati a circoli complottisti o poco lucidi. E tutto ciò alimenta la disinformazione e il mito.