Le cosiddette esperienze di pre-morte possono essere considerate prove dell’esistenza del paradiso? Molti ricercatori raccolgono testimonianze da individui sopravvissuti al coma o a incidenti spaventosi per studiare tutte quelle visioni che ineriscono NDE (sigla dell’espressione inglese Near Death Experience). Spesso si parla di un bagliore accecante o un lungo tunnel… Qual è la vera natura del paradiso?
Moltissimi soggetti rianimati o risvegliatisi da un coma offrono testimonianze riguardanti la visione di un aldilà, spesso caratterizzato da una luce fortissima. Si tratta del paradiso? La scienza neurologica studia da molti anni le NDE, ma nessuno è mai arrivato ancora alla verità.
Secondo la scienza il fenomeno delle NDE corrisponde all’effetto di alcune alterazioni transitorie di tipo chimico, neurologico e biologico. Ovvero a certi meccanismi neurali che consegnano il soggetto a suggestioni di iper-rilassamento o di pace. Che cosa vedono le persone che hanno subito un’esperienza pre-morte? Quasi tutti vedono il paradiso… Ed è strano che nessuno abbia mai riportato di aver visto l’inferno o il purgatorio!
Secondo i dati, l’effetto comune è quello della sensazione di poter abbandonare il proprio corpo per osservarlo dall’esterno. Tale fenomeno, detto “autoscopia” o esperienza extracorporea, dovrebbe corrispondere all’ascesa verso i cieli. C’è poi in molti soggetti l’esperienza della life review, ossia il poter rivivere in pochi attimi tutta la propria vita, dalla nascita alla fine. Secondo i religiosi, questo momento potrebbe corrispondere con un’autovalutazione morale per capire se si è degni del paradiso. C’è poi l’attraversamento di un tunnel buio, in fondo al quale si intravede una luce. Tale luce, sempre splendida e intensissima, rappresenterebbe Dio.
Dunque questa luce potrebbe essere una prova dell’esistenza del paradiso. Per la scienza invece è un effetto ottico, dovuto alla chiusura di un nervo fondamentale per la vista. Qualcuno ha già dimostrato nei topi che l’ipossia cerebrale può restringere ma anche alterare il campo visivo, e generare allucinazioni. Quindi la vera natura del paradiso dipenderebbe da uno scompenso chimico. Anche le visioni non sarebbero altro che allucinazioni dovute all’aumento di CO2 nel cervello. Alcuni neurobiologi, invece, suggeriscono che il danno alla corteccia occipitale bilaterale può portare a caratteristiche visioni proprie del NDE (come vedere un tunnel o luci). In pratica, il danno alle strutture del lobo temporale unilaterale o bilaterale come l’ippocampo e l’amigdala può stimolare anche esperienze emotive, flashback di memoria.
Dal punto di vista psicologico, tutte queste percezioni riguardanti il paradiso potrebbero essere interpretate in pensieri o sogni di natura autoconsolatori. Il morente, insomma, vedrebbe la luce per rassicurarsi in un momento di paura estrema. Oppure è solo una questione di forza dell’impulso: dopo il coma, la prima vola che si aprono gli occhi, la luce appare ingestibile, troppo forte… Per conoscere cos’è il paradiso dobbiamo affidarci alla Bibbia. E l’unica informazione che troviamo nel testo è nel II libro dei Corinzi, dove san Paolo racconta del momento in cui è stato trasportato nel terzo cielo…
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