Mettiamo che succeda davvero ciò a cui certi film catastrofici ci hanno abituato… Ipotizziamo che un asteroide punti dritto verso la Terra… Il mondo è organizzato per resistere a una simile minaccia? Abbiamo a disposizione un efficace sistema di difesa planetario?
La scienza giudica con molta serietà la possibilità di una simile catastrofe. Per questo cerca di correre ai ripari attraverso studi, simulazioni e progetti di missioni spaziali. In pratica molti ricercatori si dedicano a questo da mattina a sera: a cercare una strategia per salvare il pianeta da un simile evento.
Come creare un sistema di difesa per il pianeta
Due ricercatori dell’Università della California (Alex Cohen e Philip Lubin) credono che la situazione non sia così tragica come si dice… Sì, molte simulazioni ci avvertono che l’impatto di un asteroide sulla Terra provocherebbero morti e disastri a non finire. Ma secondo un nuovo studio l’umanità avrebbe già superato la soglia tecnologica necessaria per difendersi da un simile rischio. Insomma, per gli scienziati americani possiamo salvare il pianeta anche con un preavviso di appena sei mesi.
La ricerca dei due studiosi si concentra su tutte le strategie che potremmo adottare per salvarci. E dopo un breve excursus, rivela che la strategia migliore sarebbe quella di attaccare l’asteroide quando è ancora abbastanza lontano. Come? Con l’uso di speciali penetratori esplosivi, in stile Armageddon. Secondo gli scienziati, però, non avremmo bisogno di un missilone atomico come nel film con Bruce Willis. No… Basterebbero delle cariche nucleari da montare su razzi pesanti da sacrificare come veicoli kamikaze contro l’asteroide.
I ricercatori ci ricordano che questo metodo non distruggerebbe del tutto la minaccia, ma la renderebbe più tollerabile. Invece di affrontare un bestione da dieci chilometri o più, dovremmo affrontare una pioggia di meteoriti, più gestibili dall’atmosfera e dalla superficie terrestre. Intervenire sarebbe comunque doveroso… Lubin e Cohen osservano che un asteroide di una decina di chilometri di diametro che colpisca la Terra a una velocità di chiusura di 40 km/s avrebbe un’energia d’impatto di circa trecento teraton TNT. Cioè farebbe un botto quarantamila volte maggiore rispetto all’esplosione contemporanea di tutte le bombe atomiche presenti sul mondo.
L’idea di Rusty Schweickart
Rusty Schweickart è un ex astronauta, che ha partecipato a varie missioni Apollo. Oggi finanzia una organizzazione di ricerca proprio sugli asteroidi chiamata B612. E anche Rusty è molto interessato alla questione dell’asteroide che colpisce la Terra. Secondo lui, tuttavia, la NASA dispone già della tecnologia necessaria per deviare il corso di un asteroide di media grandezza. Anzi, ci sarebbero anche progetti in corso d’opera per creare un grande sistema di difesa planetario. Una sorta di scudo antimissilistico applicato a meteoriti, detriti spaziali e asteroidi.
Un solido sistema di difesa è dunque possibile ma va finanziato e poi realizzato. E chi ce li mette i soldi? Questo è il problema. Le aziende private come quelle di Schweickart da sole non possono fare troppo. Bisogna che intervengano gli Stati: gli USA, la Cina, l’India…