La letteratura ci insegna che le storie tramandate sono state adattate per i più piccoli, ma dietro ogni favola antica c’è quasi sempre un messaggio macabro
Cappuccetto Rosso è solo una delle tante favole che sono state modificate. Questo per una maggiore fruibilità e lettera e interpretazione da parte di un pubblico più ampio. Anche Biancaneve e i Sette Nani, per citarne un’altra, nasconde degli oscuri messaggi e si basa addirittura su atti di necrofilia…
Cappuccetto Rosso un messaggio intriso di depravazione e violenza sessuale
Cappuccetto Rosso è tra le favole maggiormente tramandate dai più grandi. Chi non ha ascoltato le avventure di questa piccola bambina alle prese con il lupo cattivo e la nonnina malata? Ebbene, quella che sembra un innocente storia per bambini è in realtà una storia macabra. Cappuccetto Rosso fece parte dei racconti popolari di Charles Perrault (1697). L’intento dell’autore? Quello di scoraggiare i bambini nel dare confidenza agli sconosciuti spaventandoli. Infatti la storia originale è molto forte e pertanto negli anni modificata, addolcita perché ritenuta troppo esplicita per i più piccoli.
Cannibalismo, bagno di sangue e giochi erotici
Nella storia originale Cappuccetto Rosso è una ragazzina di circa 15 anni. L’antagonista lupo si reca a casa di sua nonna prima del suo arrivo. Quest’ultimo ha ucciso la nonna squartandola, versando il sangue della malcapitata in un contenitore e appendendo le interiora alla porta. Il lupo si traveste da nonna e accoglie Cappuccetto Rosso invitandola a mangiare le carni della stessa nonnina defunta. Qui si evince un macabro atto di cannibalismo. Ma la perversione non finisce qui. Sempre nella stesura originale la ragazza è invitata a spogliarsi e a consumare giochi erotici con il lupo… Insomma un intento giusto quello di direzionare le nuove generazioni ad essere titubanti degli sconosciuti e dell’ignoto rappresentato allegoricamente dal lupo. C’è però da dire che la storia originale mette un po’ i brividi…