30.000 anni fa l’uomo ha cominciato a farlo per la prima volta…

Quando è nato il concetto di numero? Molti antropologi sono convinti che quest’idea si sia diffusa già nella preistoria. Lo dimostrano evidenze archeologiche. Per esempio sappiamo che l’uomo ha cominciato a contare almeno 30.000 anni fa…

La conoscenza  (seppur rudimentale) di alcune nozioni matematiche è molto molto più antica rispetto all’invenzione della scrittura. Quindi non c’è dubbio che l’uomo abbia cominciato prima a contare e poi a scrivere.

Due bastoni che rivelano un’antichissima scoperta dell’uomo (Getty) – curiosauro.it

Risale ad almeno 30.000 anni fa: ecco cos’è…

Ebbene  30.000 anni fa l’uomo ha cominciato a far di conto… Come lo sappiamo? Ci basiamo su alcune prove archeologiche. In Slovacchia, dei ricercatori trovarono molti anni fa un osso di lupo con cinquantacinque incisioni profonde. L’osso in questione risale a 30.000 anni fa. Queste incisioni sono divise in due serie, una da trenta e una da venticinque… Ma non è tutto: in ciascuna serie, le incisioni sono suddivise in gruppi da cinque. Insomma, il reperto è matematicamente ordinato.

Quindi, prima di inventare la ruota e la scrittura, l’uomo primitivo sapeva già contare. I graffiti presenti nelle grotte preistoriche rivelano poi consapevolezza geometrica. Non c’è nulla di strano, in effetti. Studi moderni sulla cognizione animale hanno dimostrato che i concetti matematici non sono acquisizioni esclusive dell’uomo. Molti animali distinguono fra 0 e 1, fra minore e maggiore, fra singolare e plurale. Nell’uomo primitivo i numeri divennero importantissimi nelle prime società di cacciatori-raccoglitori per la divisione dei beni e il razionamento.

L’osso di Ishango

Pitagora, filosofo e sistematore del concetto di matematica (Commons license) – curiosauro.it

Ammesso che l’uomo abbia cominciato a contare già 30.000 anni fa, cosa è accaduto dopo? Grazie all’osso di Ishango, trovato vicino alle sorgenti del fiume Nilo (nell’attuale Congo) sappiamo che 20.000 anni fa i Sapiens sommavano e sottraevano. L’osso in questione rivela una serie di segni incisi in tre colonne che corrono per tutta la lunghezza dell’osso. E per i matematici quell’osso è un chiaro esempio di sequenza di numeri primi. Oppure potrebbe essere un calendario lunare di sei mesi.

Per alcuni antropologi, però, l’uomo è giunto al concetto di divisione solo intorno al 10.000 a.C., quindi sarebbe impossibile riconoscere nell’osso di Ishango una tabella di numeri primi. È invece fuori dubbio che i monumenti megalitici in Inghilterra come Stonehenge, risalenti al III millennio a.C., esprimano idee geometriche come cerchi, ellissi e triple pitagoriche nel loro design. La vera matematica poi si è sviluppata grazie alla cultura sumera e babilonese.

I primi testi matematici provengono infatti dalla Mesopotamia e dall’Egitto. E risalgono al II millennio a.C.. I testi più antichi con calcoli che conosciamo sono il papiro matematico Rhind e il papiro matematico di Mosca. Lo studio della matematica come disciplina dimostrativa, invece, ebbe inizio con Pitagora. Furono infatti i pitagorici a coniare il termine “matematica” dal greco antico matema, che significa “materia di insegnamento.

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