Zeus, dio supremo del pantheon greco, era venerato anche in Egitto. Gli storici della religione avevano sempre saputo che il massimo dio greco era conosciuto e venerato in tutto il mondo antico, ma finora l’archeologia non aveva trovato molte prove a sostegno di questa tesi.
Una nuova scoperta in Egitto rimette in discussione le basi archeologiche della storia delle religioni antiche. Qualche giorno fa il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano ha annunciato che degli archeologi hanno scoperto i resti di un tempio dedicato a Zeus nella penisola del Sinai.
Il tempio di Zeus in Egitto
Dunque, il tempio in questione è consacrato a Zeus Kasios, una divinità sincretica che unisce il dio greco Zeus e la personalizzazione del monte Kasios. Situato al confine attuale tra Siria e Turchia, il Kasios è un rilievo associato a un importante episodio mitologico. Ovvero alla battaglia che ebbe luogo tra Zeus e il titano Tifone, quando il padre degli déi olimpici si ribellò a suo padre Crono e agli altri titani. Spoiler: vinse Zeus…
Questa montagna oggi è conosciuta come Jebel Aqra. E ha ancora a che fare con i tifoni… su questo monte sono infatti frequenti i temporali. E ancora oggi è un luogo sacro, anche per l’Islam e i copti. Vi è dunque una continuità devozionale che nasce da una traduzione antichissima, collegata al multiculturalismo religioso antico.
Una scoperta davvero sorprendente
Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio delle antichità egiziane, ha dichiarato che il team di archeologi ha identificato il tempio di Zeus Kasios grazie allo studio dei resti di una coppia di colonne di granito rosa alte tre metri. Tali pilastri un tempo sostenevano la porta d’ingresso del tempio. Le colonne potrebbero essere crollate a causa di un terremoto, questa è l’ipotesi degli studiosi. Nel sito gli archeologi hanno poi scoperto una collezione di blocchi di granito. Probabilmente reperti connessi a una scala che consentiva ai fedeli di raggiungere la sommità del grande tempio.
In realtà il sito non era sconosciuto. Degli archeologi avevano scavato in zona all’inizio del XX secolo. All’epoca Jean Clédat, un egittologo francese, trovò incisioni greche che menzionavano Zeus Kasios. Tuttavia, Clédat non portò a termine gli scavi e non trovò mai il tempio. E ora gli archeologi egiziani hanno riscoperto la pietra trovata da Clédat e altri massi con incisioni greche. Hanno anche raccolto prove che le pietre rosa del tempio sono state riutilizzate in altre strutture.
Hisham Hussein, il direttore generale degli scavi, ha in programma di studiare tutti i blocchi scoperti e di svolgere un’indagine fotogrammetrica per comprendere i confini precisi del sito architettonico, andando ad analizzare anche i reperti sottostanti del tempio.
Cosa abbiamo capito? Che in Egitto c’erano grandi templi dedicati a Zeus. Dalle iscrizioni trovate durante gli scavi non siamo riusciti a datare la fondazione del tempio. Ma è sicuro che il complesso fu rinnovato sotto l’imperatore Adriano intorno al 120 d.C..