L’abbazia di San Giovanni in Venere, a Fossacesia, in Abruzzo, è un gioiello architettonico e archeologico. Un luogo di spiritualità e soprattutto uno scrigno di misteri e di preziose informazioni storiche. Pare che questo luogo abbia avuto a che fare con il Santo Graal.
Secondo una leggenda, Celestino V, prima di diventare papa, pare abbia chiesto sovvenzioni al potente abate di San Giovanni in Venere. E in cambio avrebbe concesso all’abbazia la custodia di una preziosissima reliquia che aveva ottenuto in Francia: il Graal appunto…
L’abbazia di San Giovanni in Venere e i suoi misteri
Il riferimento a Venere che caratterizza il nome dell’abbazia potrebbe essere spiegato per la presenza di un antico tempio pagano dedicato a Venere Conciliatrice, risalente al IV secolo a.C.. In epoca cristiana quasi tutti i templi venivano distrutti o riconvertiti. Questo tempio, probabilmente, fu abitato da eremiti e monaci di culto greco, e poi riconvertito in monastero. La tradizione indica che l’attore della riconversione fu un certo frate Martino, intorno al 540. Martino avrebbe demolito con le sue mani il tempio pagano, per costruire poi un cellario. In tale cellario vennero a stare i monaci benedettini.
Intorno all’anno Mille, il conte Trasmondo II volle costruire un enorme monastero, che in pochi anni divenne un luogo importantissimo per la Cristianità. San Giovanni in Venere si trasformò così in un grande centro religioso ed economico.
Nell’XIII secolo, l’abate Oderisio portò il monastero al suo massimo splendore. Pare che Oderisio discendesse da Carlo Magno e fosse rispettato in tutt’Europa come un vero e proprio principe. La stessa famiglia di Oderisio, ovvero i di Sangro, divenne poi una delle casate nobiliari più importanti a Napoli (il principe di Sansevero, per esempio, era un di Sangro). Secondo le fonti, il monastero che vediamo oggi è solo una piccola parte dell’enorme monastero che esisteva intorno al 1200.
Il Graal in Abruzzo?
Pietro da Morrone, futuro Celestino V, secondo alcune fonti, prese i voti proprio in questa abbazia, e vi tornò per cercare fondi durante la costruzione della chiesa di Santa Maria di Collemaggio. La leggenda dice che Pietro era riuscito a ottenere il Graal da alcuni templari in Francia. Non sapendo dove nasconderlo, e per ottenere i fondi che gli servivano, propose all’abate di San Giovanni di prendere la reliquia, che fu poi nascosta nel sepolcro del conte Trasmondo II.
Sempre la leggenda afferma che dopo l’arrivo del Santo Graal l’abbazia cadde in disgrazia. Di sicuro dopo il XIII secolo, San Giovanni in Venere conobbe molte tragedie: invasioni, terremoti, rapine… E durante una di queste rapire la reliquia sarebbe sparita per sempre!
Dopo molte ricostruzioni oggi la grande abbazia mostra un esterno costruito da blocchi di arenaria nella parte inferiore e mattoni in quella superiore e un bellissimo portale principale, detto Porta della Luna. Pare infatti che durante il solstizio d’estate la luce del tramonto riesca a infilarsi nella porta per illuminare la cripta interna. L’interno è diviso in tre navate e presenta un presbiterio sopraelevato.