Con la pandemia abbiamo imparato che la medicina non è una pratica soltanto ospedaliera. Per moltissimi pazienti le cure domiciliari sono una necessità. Ma per far ciò c’è bisogno di un monitoraggio costante. RICOVAI-19 è una nuova piattaforma di terapia genica pensata per esaminare a distanza diverse malattie.
Grazie all’intelligenza artificiale è possibile monitorare a distanza la salute di ogni paziente. Analizzarne le condizioni giornaliere, compiere diagnosi e condurre prognosi.
L’azienda italiana specializzata in intelligenza artificiale Almawave ha pubblicato uno studio pilota su un gadget chiamato RICOVAI-19. Un dispositivo indossabile che impiega l’AI per aiutare i pazienti e gli operatori sanitari durante le cure domiciliari. Sperimentato durante la pandemia di Covid-19, il RECOVAI-19 può essere sfruttato per ogni tipo di terapia.
Il progetto è nato per ridurre la pressione sui sistemi sanitari e supportare i pronto soccorso durante le fasi più critiche della pandemia. C’è stato infatti un momento in cui tutti gli esperti ripetevano che era raccomandato potenziare il telemonitoraggio domiciliare dei pazienti. E proprio in questa fase la Almawave ha sperimentato la AI chiamata RICOVAI-19, un dispositivo indossabile atto a raccogliere dati sulla salute del paziente e sugli effetti dell’infezione.
Tutti i dati ricavati dalle cure domiciliari non sono mai stati raccolti e processati da un unico programma se non per fini statistici. Anche se sarebbe stato molto utile ottenere, anche a livello medico, un quadro d’insieme, complesso e onnicomprensivo, dello stato di salute globale della popolazione.
Il programma RICOVAI-19 (ossia Ricovero ospedaliero con strumenti di artificial intelligence nei pazienti con Covid-19) condotto nella Regione Marche ha studiato i dati raccolti da centoventinove pazienti monitorati a domicilio. Il periodo di monitoraggio è durato sei mesi, dal marzo 2021 all’ottobre 2021. Utilizzando tecnologie sanitarie personali on demand, gli operatori sanitari hanno raccolto dati clinici e parametri vitali al fine di alimentare il database e il motore di apprendimento automatico dell’AI.
E a quanto pare, nonostante il numero limitato di pazienti, l’output dell’AI ha prodotto un indice di stabilità clinica (CSI) funzionale. Ovvero un numero di dati utile per estrapolare tendenze e quindi suggerimenti medici sull’andamento della malattia (il Covid) e delle terapie.
I risultati della sperimentazione hanno mostrato la funzionalità del CSI per prevedere classi cliniche di pazienti e identificare velocemente soggetti che dovevano essere ricoverati in ospedale. Ciò significa che gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale sono stati utili durante le terapie domiciliari legate alla pandemia, e possono essere utili in altre situazioni cliniche.
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