Il cancro del colon è un tumore che colpisce un tratto specifico dell’intestino crasso, ossia la parte finale dell’apparato digestivo. Di solito si sviluppa da polipi adenomatosi, che possono degenerare in tumori. Tenere sotto controllo questi polipi è fondamentale, ed esistono molti test di screening regolari per individuare ed eliminare i polipi prima che si trasformino in tumori maligni. Ma presto potrebbe arrivare anche un farmaco, sviluppato proprio per bloccare il cancro al colon.
Questa neoplasia è una delle più comuni, e spesso ha esito mortale. Circa il 7% della popolazione mondiale sviluppa tumori al colon. Fino a oggi l’arma principale per combattere questo cancro è stata una diagnosi precoce. Ma nei prossimi mesi potremmo utilizzare un farmaco specifico atto a bloccare questo tipo di degenerazione cellulare.
Un farmaco in fase di sperimentazione potrebbe bloccare il cancro del colon
Il cancro al colon, nel 95% dei casi, nasce come adenocarcinoma, ossia come un tumore maligno che trae origine dalle cellule epiteliali della mucosa intestinale. Tale patologia rivela numerosi sintomi, purtroppo aspecifici. Dopo una prima fase asintomatica, esprime forme più o meno severe di anemia, perdita di piccole quantità di sangue, affaticamento, stanchezza e soprattutto sangue nelle feci. In Italia, questo tumore è la seconda causa di morte per cancro. E secondo tutti gli specialisti lo strumento migliore per la sua corretta diagnosi è la colonscopia.
Presto, però, potrebbe essere messo in commercio il primo farmaco che agisce sulle cellule staminali del tumore. Un’interessante ricerca di studiosi spagnoli pubblicata su Nature cancer rivela risultati molto incoraggianti a livello sperimentale. Somministrato ai topi, il farmaco ha bloccato il cancro al colon inibendo il fattore di crescita delle cellule cancerose. Come? Bloccando un recettore grazie a uno speciale anticorpo. Insomma, ci sono buone possibilità che il ritrovato possa funzionare anche sull’uomo.
La ricerca spagnola sull’MCLA-158
I ricercatori spagnoli hanno sfruttato l’MCLA-158, un anticorpo sintetico che contribuisce alla degradazione del recettore del fattore di crescita epidermico nelle cellule staminali cancerose. Tale anticorpo è stato sintetizzato da azienda olandese Meruscon (che lo ha presentato come Petosemtamab o più confidenzialmente Peto! E secondo i ricercatori spagnoli, almeno nei topi, è in grado di bloccare la diffusione del tumore sia in loco che negli altri organi. Ed è stato grazie all’AI che i ricercatori sono riusciti a studiare la funzione dell’anticorpo. Processando migliaia di dati di pazienti oncologici, l’intelligenza artificiale ha compreso com’era possibile intervenire.
Nell’articolo appena pubblicato leggiamo che l’anticorpo bispecifico prende di mira il recettore del fattore di crescita epidermico (detto EGFR) e blocca la ripetizione di leucina contenente la proteina G- recettore accoppiato (LGR5). L’anticorpo Peto ha mostrato poi grandi capacità di inibizione della crescita degli organoidi del cancro del colon-retto sia per il blocco dell’inizio di metastasi e sia nella crescita del tumore in modelli preclinici di diversi tipi di carcinoma.
Questi dati provengono dagli organoidi, che sono versioni semplificate e miniaturizzate di un organo prodotto in vitro in tre dimensioni. In pratica sono cellule umane coltivate e tenute in laboratorio, su cui i ricercatori fanno apparire e sparire patologie (come per esempio il cancro) per poter ottenere nuove informazioni.
Intanto, studi italiani hanno confermato che un elevato apporto dietetico di ferro (ovvero un suo accumulo intracellulare) è correlato a un aumento del rischio di sviluppo del carcinoma del colon-retto. Quindi è essenziale assumere meno ferro (fegato, frattaglie, pesce, funghi secchi…)