Massaggio cardiaco: come e perché viene fatto

Il massaggio cardiaco è uno dei pochi metodi che può salvare la vita di una persona in caso di arresto cardiocircolatorio. Sarebbe importante che ognuno di noi fosse in grado di farlo perché, in mancanza di altri mezzi, è una delle manovre salvavita principali. 

Insegnato in qualsiasi corso di primo soccorso, questo massaggio dovrebbe essere imparato da chiunque perché… può salvare una vita in pericolo!

Massaggio cardiaco – curiosauro.it

Cos’è un massaggio cardiaco?

Il massaggio cardiaco è una manovra di primo soccorso, che consiste nel comprimere il cuore contro la colonna vertebrale, al fine di garantire la circolazione sanguigna e di conseguenza l’ossigenazione di organi e tessuti. Le mani del soccorritore vanno poste al centro del torace, sullo sterno, appoggiando il palmo di una mano sopra l’altra mano. Per garantire un massaggio cardiaco di qualità, è importante comprimere il torace fino ad abbassarlo di circa 5-6 centimetri (nella persona adulta) e permettere la sua completa riespansione dopo ogni compressione mantenendo una velocità adeguata (circa 100 – 120 compressioni/minuto).

Quando un individuo cade a terra apparentemente privo di sensi, prima di iniziare la rianimazione cardiopolmonare, è necessario determinare lo stato di coscienza e valutare la respirazione. Dopo aver fatto questo, bisogna chiamare il 118 in modo da avere anche tutte le indicazioni del caso. Le compressioni vanno contate a voce alta e non ci si deve fermare per più di cinque secondi. Dopo un minuto si sente se è tornato il battito e si prosegue, continuando a controllare ogni trenta secondi.

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Il massaggio cardiaco nei particolari

Il massaggio cardiaco prevede delle fasi specifiche da seguire attentamente. Vediamo insieme quali sono:

  1. Posizionarsi in ginocchio a lato della persona da soccorrere e scoprirne il torace se sono presenti abiti o indumenti molto ingombranti (ad esempio, cappotti, giacche, tute, ecc.).
  2. Iniziare il massaggio cardiaco esterno eseguendo 30 compressioni toraciche.
  3. Per effettuare le compressioni appoggiare il calcagno della mano dominante al centro torace dell’individuo incosciente (questo punto corrisponde alla metà inferiore dello sterno).
  4. Appoggiare l’altra mano sopra la mano dominante e intrecciare le dita.
  5. Mantenendo le braccia ben tese posizionarsi verticalmente sopra il torace della persona incosciente, quindi comprimerlo abbassando lo sterno ad una profondità di 4-5 centimetri.
  6. Dopo ogni compressione lasciare che il torace ritorni completamente alla posizione iniziale per far sì che si espanda nuovamente fra una compressione e l’altra.
  7. Il massaggio cardiaco deve essere effettuato con una frequenza di 100-120 compressioni al minuto (corrispondenti a circa due compressioni al secondo).

Quando è necessaria la respirazione artificiale?

Il massaggio cardiaco è molto faticoso e va fatto finché non arrivano i soccorsi con il defibrillatore e finché si ha la forza di praticarlo. La respirazione artificiale fa parte dell’insieme delle tecniche rianimatorie che permettono di mantenere l’ossigenazione del sangue in un soggetto che è incapace di un’attività respiratoria spontanea. I metodi che la caratterizzano sono numerosi e si possono dividere in due gruppi all’interno dei quali sono comprese differenti tecniche: le manovre di pronto soccorso, manuali e non  l’impiego dei respiratori meccanici.

Nel caso si avesse a disposizione un defibrillatore, questo andrebbe utilizzato sempre prima della rianimazione cardiopolmonare così da far ripartire il cuore e ripristinare il normale ritmo cardiaco. Dopodichè è necessario seguire la regola dell’alfabeto dalla A alla E (un trucco usato dai soccorritori).

A sta per vie aeree, che devono essere libere.

B sta per breath, respiro, che va in qualche modo mimato altrimenti il paziente morirà velocemente.

C la circolazione che funziona se c’è battito cardiaco.

D sta per disabilità, che va a determinare se la vittima apre gli occhi, si muove o risponde.

E come esposizione, grazie alla quale si valuta se l’infortunato abbia traumi, lesioni o ferite dalla testa ai piedi.

La prima regola, quella fondamentale, è comunque quella di mettere in sicurezza la scena dell’emergenza. Per esempio, se c’è un incendio, o qualcuno sta annegando, o una persona è stata folgorata, il soccorritore deve intervenire solo dopo aver giudicato che farlo sia sicuro. Potrebbe facilmente, infatti, lasciarci la vita, aumentando così il numero di vittime invece di essere utile. Comunque, come già ribadito prima, bisogna sempre chiamare il 118, cercando di descrivere bene che cosa sta accadendo perché possano essere inviati i soccorsi più adatti.

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