Con i metal detector si trovano un sacco di cose interessanti. In Inghilterra, questo mese, una donna è riuscita a scovare delle teste d’ascia dell’Età del Bronzo. Girovagava tranquilla per il campo del Wiltshire, e non sperava di trovare granché. Più che altro voleva distrarsi. Poi il suo strumento d’indagine elettromagnetica ha rilevato la presenza di metalli…
Così la scampagnata si è trasformata in una scoperta davvero molto importante dal punto di vista archeologico. I due reperti potrebbero risalire a più di quattromila anni fa. Ora Kay Stevenson, la donna che ha compiuto la scoperta, donerà gli oggetti al museo di Bristol. E il Governo la ricompenserà, come è uso in Gran Bretagna.
Due teste d’ascia dell’Età del Bronzo ritrovate in una campagna inglese
La fortunata Kay Stevenson, di Winterbourne, nel South Gloucestershire, Inghilterra, dice di aver sentito la segnalazione del metal detector, di aver scavato un po’ e di essersi trovata di fronte a due vecchi pezzi di metallo. Ha capito subito che doveva trattarsi di qualche reperto antico, così ha contattato il Museo di Bristol. Già da qualche anno Kay va in giro con il compagno Ade Rice per campagne e boschi con un metal detector. Per loro è un passatempo. Ma in tutti questi anni non avevano trovato mai niente.
Secondo gli archeologi che hanno studiato i reperti, le due asce sono antichissime. Risalgono al periodo in cui gli uomini iniziarono a lavorare il metallo in Inghilterra. E trovarne due nello stesso luogo è davvero strano. E aggiungiamo anche che i reperti dell’Età del Bronzo sono molto rari.
Tutti pazzi per l’Età del Bronzo
In Inghilterra l’Età del Bronzo coinvolge moltissimi studiosi e non lascia indifferente il pubblico. Dopotutto, il monumento principale britannico è Stonehenge. Un misterioso cerchio di pietre edificato più o meno quattromilacinquecento anni fa.
Da poco si è inaugurata una nuova mostra al British Museum proprio su Stonehenge e su alcuni reperti dell’Età del Bronzo. Sono più di quattrocento gli oggetti della sua collezione permanente di arte e reperti preistorici, a cui il museo ha associato manufatti provenienti da altri musei del Regno Unito, dell’Irlanda e della Germania. Per esempio scudi, corna, rudimentali corazze di bronzo e tante teste d’ascia.
Riguardo alla scoperta della signora Stevenson resta da capire come mai le due teste fossero seppellite insieme. Forse in quel sito si abbattevano alberi, e gli strumenti sono stati abbandonati lì a fine lavoro e poi dimenticati. La conservazione dei reperti è ottima e si presta a interessanti analisi.