Gli sviluppi della fisica suggeriscono che la non esistenza del tempo è un’alternativa che vale la pena considerare. La fisica è in difficoltà perché si stanno sovvertendo tutte le credenze acquisite in anni di ricerche.
Ma se fosse davvero così? Se il tempo non esistesse? Come cambierebbero le nostre vite? Abbiamo bisogno di una nuova teoria fisica per spiegare l’universo, e quella che stanno esplorando potrebbe non includere il tempo.
Questione di… tempo
Il fisico inglese Isaac Newton considerava il tempo come qualcosa di assoluto, separato dagli accadimenti del mondo. Immaginava l’esistenza di uno spazio vuoto dove il tempo trascorreva, anche se non c’era niente e non accadeva niente. Questo, scandito da una sorta di orologio cosmico, semplicemente passava di per sé, indipendentemente da tutto il resto.
Poi è arrivato Albert Einstein che ha smontato il concetto di tempo inteso come entità assoluta. Per lui, è una dimensione che esiste soltanto se messa in relazione con un’altra dimensione ovvero lo spazio, e viceversa. In questo modo sia il tempo che lo spazio smettono di esistere di per sé. Esiste soltanto un insieme dei due: lo spaziotempo.
Il tempo e lo spazio valutati dalla fisica
Gli sviluppi più moderni della meccanica quantistica dicono che lo spazio non esiste, esiste soltanto il campo gravitazionale. L’intuizione innovativa è quella di mettere insieme la teoria della relatività di Einstein con la meccanica quantistica: ecco che la non esistenza dello spazio implica anche la non esistenza del tempo. Si tratta di un cambiamento semplice, ma da un punto di vista concettuale il salto è gigantesco.
A livello fondamentale il tempo non esiste: l’impressione che scorra è un grosso equivoco che nasce dal modo grossolano con cui osserviamo il mondo. Ma se non esiste, allora come è possibile pensare di gestirlo? Aristotele diceva che era solo un modo per misurare come si muovono le cose. Questo vuol dire che se non c’è nulla che si muove non c’è tempo: da solo non esiste, in quanto dipende da noi.
Tutto dipende dalle azioni
Quindi sarebbe l’azione a determinare l’esistenza del tempo, ma non in termini di ore che trascorrono. Che ci sia qualcosa che scorre è una mera convenzione sociale perché un intervallo temporale esiste soltanto come successione di azioni. Fuori da ogni percezione (attuale o ipotetica) non esiste la materia; fuori di ogni stato mentale non esiste lo spirito; neppure il tempo esisterà fuori di ogni istante presente. Quello chiamiamo tempo, lo creiamo attraverso le nostre azioni, e non viceversa: sarebbe, quindi, qualcosa che noi dominiamo agendo nel presente. La fisica ammette che potrebbe emergere ad un certo punto a partire da entità di base, così come una sedia è fatta da atomi per la maggior parte composti a loro volta di spazio vuoto.
Immaginare una vita senza un intervallo temporale è comunque ancora complicato, perché la nostra stessa esistenza è costruita intorno ad esso. Facciamo le cose perché crediamo che le nostre azioni producano delle conseguenze. La fisica parla di concetto di causalità, perché noi faremo le cose in termini causali e non temporali. Grazie a questi concetti, la gravità quantistica potrebbe sconvolgere completamente la fisica, anche se questo potrebbe non influire più di tanto sul nostro modo di vivere.