Far esplodere la Luna? Moltissimi romanzi e film hanno immaginato uno scenario simile. Da Viaggio sulla Luna (film muto del 1902) in avanti, abbiamo assistito a centinaia di attacchi al satellite. Eppure ci sono stati anche progetti reali di attacco.
Nel 1909 il poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti pubblicò Uccidiamo il chiaro di luna!, un testo con il quale dichiarava guerra alla stabilità, all’immobilismo dell’arte e della cultura. La Luna era interpretata come un corpo morto, un simbolo di antichità, ormai dato per scontato e inutile, da distruggere, superare.
Nel 1991 il matematico americano di origine iraniana Alexander Abian si guadagnò una certa notorietà sostenendo che fosse arrivato il momento di far saltare in aria la Luna. Ma perché questo scienziato voleva far esplodere la Luna? Secondo Abian, la distruzione del satellite avrebbe risolto molti problemi. Dal suo punto di vista una Terra senza Luna non oscillerebbe, e quindi non avremmo più le stagioni, il riscaldamento globale, gli tsunami, le tempeste di neve e gli uragani.
Il nostro Alexander Abian non era un pazzo né un provocatore. Era pienamente convinto della propria tesi. All’epoca era professore di matematica alla Iowa State University. E parlò più volte della sua idea. Il progetto era quello di far esplodere il satellite in mille pezzi, con un’arma nucleare. Dunque si rivolse agli esperti della NASA, invitandoli a praticare un bel buco sulla Luna da riempire con esplosivi atomici…
Ma ha senso la teoria di Abian? Da un certo punto di vista sì. Effettivamente il nostro satellite naturale influenza moltissimi fenomeni atmosferici, spesso nefasti, sulla Terra. Ma l’idea di far esplodere la Luna sembra alquanto estrema e pericolosa. Senza il nostro satellite altereremmo moltissime condizioni di equilibrio oggi sconosciute. E poi rischieremmo di essere colpiti dai detriti dell’esplosione.
Alla NASA hanno reagito all’idea di Abian sorridendo. Eppure in passato anche loro avevano pensato a qualcosa del genere. O meglio, avevano avallato in parte un progetto dell’United States Air Force: il famoso Progetto A119. Questo piano, all’inizio top-secret, fu elaborato alla fine degli anni Cinquanta. L’obiettivo era quello di far esplodere una bomba nucleare sulla Luna al fine di risolvere alcuni problemi di astronomia ed esogeologia. In più si credeva che una tale esplosione avrebbe potuto riportare gli USA in una posizione di dominio spaziale dopo che l’Unione Sovietica si era imposta come prima potenza nella corsa allo spazio.
Anche i sovietici, dopo aver conosciuto i piani americani, diedero vita a un progetto simile, chiamato Progetto E-4. Per fortuna entrambi i procedimenti fallirono. A quanto ne sappiamo, il progetto statunitense (cui partecipò anche Carl Sagan) venne poi annullato dall’Air Force nel gennaio del 1959, perché si temeva una reazione negativa da parte del pubblico.
Nel manga Dragon Ball, Piccolo (l’antagonista di Goku) polverizza la Luna con un raggio energetico. Ma per la Terra non cambia nulla. In realtà sappiamo che senza il nostro satellite cambierebbero molte cose sul pianeta che viviamo. I giorni si accorcerebbero. Non avremmo più i poli. Svanirebbero le maree e con esse si estinguerebbero moltissime specie acquatiche. I ritmi alterati potrebbero portare anche all’estinzione di massa di molti animali notturni. Insomma, Marinetti e Abian ci perdoneranno, non conviene rischiare.
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