Davvero possiamo curare il cancro con gli ultrasuoni? Secondo alcuni ricercatori la tecnologia non invasiva del suono potrebbe molto presto aiutarci a sconfiggere tutti i tumori più ostinati. In questo senso, una nuovissima tecnica, sviluppata da ricercatori dell’Università del Michigan e già sperimentata sui ratti, promette molto bene.
La lotta al cancro passa anche per gli ultrasuoni. La nuova tecnologia non invasiva del suono sviluppata da alcuni ricercatori dell’Università del Michigan mira a disintegrare i tumori più dannosi e tenaci, come quelli che colpiscono il fegato, senza usare radiazioni né farmaci. E pare che nei ratti la tecnica abbia funzionato benissimo.
Usare gli ultrasuoni per curare il cancro al fegato
L’obiettivo è quello di stroncare le cellule tumorali senza intaccare le cellule sane, e al contempo stimola il sistema immunitario a prevenire un’ulteriore diffusione del cancro. L’ultrasuono, sotto forma di onda, colpisce con precisione il tessuto bersaglio per distruggerlo meccanicamente. Il tutto senza creare danni collaterali. Incoraggiante, no? Il punto è capire se questo risultato ottenuto sui ratti possa verificarsi anche negli uomini. E se potrà trasformarsi in una nuova terapia ospedaliera utile nella lotta al cancro negli esseri umani.
La tecnica in questione si chiama l’istotripsia, e consiste nell’ablazione a ultrasuoni tramite cavitazione controllata. L’istotripsia è la prima tecnica di ablazione guidata da immagini non invasiva, non ionizzante e non termica. Il lavoro, coordinato dalla dottoressa Xu, ha implicato lo sviluppo di nuovi dispositivi, indagini precliniche, traduzione clinica dell’istotripsia e sperimentazione su cavie.
Uccidere le cellule tumorali e stimolare il sistema immunitario
Dunque, la dottoressa Xu e i suoi collaboratori dell’Università del Michigan hanno utilizzato la loro nuova tecnica per ridurre i tumori nei ratti. Come? Attraverso l’utilizzo di onde ultrasoniche non invasive. Dati i risultati estremamente incoraggianti, si passerà presto ai test sull’uomo, sia negli Stati Uniti che in Europa. I primi test sulle cavie esprimono un valore di successo pari al 75%. Questo significa che gli ultrasuoni sono riusciti a sconfiggere il cancro al fegato nei topi per il 75% dei casi. In più, il trattamento ha espresso anche delle conseguenze positive per il sistema immunitario dei ratti.
Lo studio si è poi concentrato anche sugli effetti della distruzione parziale dei tumori. Succede infatti che il tumori si sviluppino in zone delicate, che non possono essere del tutto rimosse chirurgicamente o attaccate dalla radioterapia. Per questo, in simili situazioni, si cerca di ridurre il cancro, senza eliminarlo del tutto. Con gli ultrasuoni ciò sarebbe più semplice.