Quali sono le vere cause che hanno determinato le forti differenze che contraddistinguono le due facce della Luna? Perché un lato del satellite (quello a noi visibile) appare più liscio e quello nascosto sembra invece tarlato e accidentato? Un nuovo studio risolve l’enigma.
A quanto pare, fu un gigantesco impatto avvenuto più di quattro miliardi di anni fa a determinare la differenziazione delle opposte superfici.
L’enigma delle due facce diverse della Luna coinvolge gli astronomi da almeno sessant’anni. Ma ora delle simulazioni pubblicate sulla rivista Science Advances potrebbero gettare nuova luce sul problema. La soluzione arriva dai ricercatori della Brown University, in collaborazione con la Purdue, il Lunar and Planetary Science Laboratory, la Stanford e il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA.
In estrema sintesi, lo studio dimostra che l’impatto che ha formato il gigantesco bacino Polo Sud-Aitken (SPA) avrebbe generato un enorme pennacchio di calore sulla Luna. Tale calore si sarebbe poi propagato all’interno del satellite. E da quel pennacchio sarebbero nati alcuni materiali. Quali? I ricercatori parlano di una serie di terre rare ed elementi che producono calore come il torio. Concentrandosi sul suolo della parte visibile della Luna, queste materie avrebbero contribuito al vulcanismo che in seguito ha dato origine alle pianure di lava. Le stesse piane che rendono apparentemente liscia la faccia lunare a noi più vicina.
L’affascinante e misterioso lato opposto della Luna rivela dunque l’aspetto “originale” del satellite. Quindi dovremmo guardare a quell’emisfero lunare che è sempre rivolto lontano dalla Terra per capire la vera natura geologica del corpo. Come sappiamo, dalla nostra prospettiva vediamo però sempre e solo una delle due facce: quella liscia. Ciò avviene a causa della rotazione sincrona nell’orbita lunare.
Il suolo del lato opposto è accidentato e rivela una moltitudine di crateri da impatto. Possiede anche pochi maria lunari (mari), di aspetto piatto e scuro. Tutte queste caratteristiche fanno della faccia oscura una superficie simile a quella dei luoghi più aridi del Sistema Solare (come Mercurio e Callisto).
I ricercatori si sono concentrati su uno dei più grandi crateri del Sistema Solare: il bacino del Polo Sud-Aitken. Un luogo che testimonia un impatto notevole di un meteorite.
L’emisfero nascosto che chiamiamo impropriamente “lato oscuro“, anno dopo anno, diventa sempre meno sconosciuto per l’uomo. I cinesi lo stanno esplorando con un rover. E dei satelliti ne analizzano le fasi. Ovviamente l’oscurità non significa mancata esposizione alla luce solare… Entrambi i lati della Luna sperimentano due settimane continue di luce solare (mentre il lato opposto sperimenta due settimane di notte).
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