Dopo più di un anno di attività quasi ininterrotta su Marte, il rover Perseverance della NASA ha ritrovato alcuni suoi pezzi che si pensavano perduti. Il rover ha infatti individuato il paracadute e parte dello scudo posteriore…
Questi pezzi, usati per l’atterraggio del 18 febbraio 2021 nel cratere Jezero, sono ora anche visibili sulla Terra. Perseverance ha infatti scattato un’immagine lo scorso 6 aprile con lo strumento MastCam-Z, dove possiamo vedere le due componenti.
Perseverance ritrova il paracadute e lo scudo
L’arrivo di Perseverance su Marte fu abbastanza traumatico. I tecnici della NASA, non a caso, soprannominarono quella caduta come i “sette minuti di terrore”. Ecco perché è così sorprendente che il rover abbia ritrovato il suo vecchio paracadute e parte dello scudo posteriore. Il veicolo precipitò sul pianeta rosso in caduta libera, a una velocità spropositata. Senza il paracadute supersonico e il pesante scudo termico, Perseverance si sarebbe di certo schiantato al suolo con estrema violenza.
Per i tecnici della NASA è stato dunque emozionante rivedere quei pezzi… La sorpresa è stata doppia. Il rover, in un certo senso, ci è arrivato da solo. Il Perseverance, per chi non lo sapesse, è dotato di un pilota automatico, chiamato AutoNav, con cui può affrontare esplorazioni in proprio. Cioè senza la guida dei responsabili su Terra. Il sistema di navigazione autonoma del rover può anche creare delle mappe 3D del terreno marziano che ha intorno per capire l’eventuale presenza di pericoli od ostacoli difficili da superare.
Tutti i record del rover
Proprio grazie all’AutoNav, Perseverance ha di recente stabilito un record. Il primato riguarda la distanza percorsa in piena indipendenza. Il veicolo, che è sempre più vicino al cratere Jezero (che fu il punto dell’atterraggio del rover), ha attraversato da sé più di trecentoventi metri. Può sembrare poco… Ma bisogna temere presente che il rover viaggia lentissimo, soprattutto per questioni di sicurezza (anche se può raggiungere i centosessanta chilometri all’ora), e che si ferma spesso per via di ostacoli o di analisi.
Le analisi riguardano perlopiù perforazioni, che poi il rover invia al team di campionamento terrestre. Questo team, poi, processa tutti i dati ottenendo informazioni sulle rocce e il suolo marziano.
Il rover possiede un trapano a percussione rotante. Il che significa che la punta del trapano spinge contro la roccia mentre gira e martella. Quando si esegue il carotaggio o l’abrasione, un algoritmo controlla la quantità di forza e percussione. Questo algoritmo è detto “prodapt”, abbreviazione di propriocettivo.
L’altro primato del rover è quello di essersi “riunito” con i pezzi scartati dopo il suo arrivo su Marte. Ossia il paracadute e lo scudo.
Questo è il video in cui la NASA mostra come funziona l’auopilot del nostro infaticabile rover.