Rottamazione e ambiente | Come si demolisce un’auto

Vi siete mai chiesti quali sono tutti i passaggi previsti dalla demolizione di un veicolo? Tutti abbiamo presente la famosa scatoletta di tonno, ossia il risultato della pressatura finale di lamiere, plastiche e componenti meccaniche. Ma che cosa si butta e cosa si conserva? Insomma, come si demolisce un’auto?

Rottamare un’auto non significa per forza demolirla. La demolizione, infatti, è un processo complesso e vario. Gli specialisti (autodemolitori), oggigiorno, devono puntare al fine del riciclo di componenti. E non è dunque più possibile continuare a insistere con la vecchia pratica dello “sfasciare”.

Rottamazione: come funziona? (wikipedia) – curiosauro.it

Ecco come si demolisce un’auto

Un tempo colui che rottamava i veicoli veniva chiamato in gergo sfasciacarrozze… In memoria degli operai che, prima dell’avvento delle automobili, demolivano le carrozze arrugginite. Oggi però la procedura ha tutto un altro senso. Un’auto non marciante può trasformarsi in una miniera di componenti riciclabili. Da molto tempo, quindi, si evita di accatastare nel cosiddetto “scasso” o “macero” le carcasse delle automobili in disuso. Un’auto abbandonata o non smaltita fa malissimo all’ambiente. Diventa per questo necessario e obbligatorio intervenire con criterio per riciclare e riutilizzare il maggior numero di componenti possibili. Dunque quando si demolisce un’auto a fine vita si pensa soprattutto a smaltire le materie inquinanti.

La demolizione delle auto è per questo strettamente regolamentata e si declina attraverso processi standard molto severi. Il momento conclusivo rimane la pressatura finale, che a sua volta, verrà processata e riciclata.

Quando si demolisce un’auto si pensa soprattutto allo smontaggio e poi al deposito dei pezzi di ricambio commerciabili e dei materiali e dei componenti recuperabili. Solo il veicolo ridotto a carcassa può considerarsi uno scarto.

Le fasi dello “sfascio”

Addio sfascio (Commons license) – curiosauro.it

Il veicolo viene registrato con la presa in carico da un centro di smaltimento autorizzato, che emette al proprietario dell’auto il famoso certificato di rottamazione. A questo punto l’automobile viene caricata sul ponte e collegata all’isola di bonifica, ovvero a un macchinario che serve a depurare la vettura da tutti i materiali più pericolosi. L’isola di bonifica è infatti dotata di un sistema di pompaggio estrattivo. Tramite aspirazione, dunque, l’auto perde tutti i liquidi pericolosi, come il carburante, il liquido antigelo, i liquidi dei freni e l’olio del motore. L’isola stocca i materiali di scarto in contenitori stagni.

Dopo questa prima fase di trattamento, gli addetti parcheggiano il mezzo su un piazzale, dove può sostare per legge fino a centottanta giorni. A questo punto inizia la vera e propria demolizione! Stiamo parlando dello smontaggio dei componenti del veicolo e del motore. In pratica della rimozione, della separazione e del deposito dei componenti pericolosi in modo selettivo. Il pezzo più delicato, in questo frangente, è la batteria.

Gli operatori separano tutti i pezzi rivendibili o riciclabili e poi li conservano. Gli operai, poi, prendono il resto dell’auto, ormai ridotto a carcassa, e lo calano nella pressa oleodinamica, dove viene pressato. Ne risulterà un cubo. La scatoletta di tonno di cui vi parlavamo a inizio articolo.

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