Quando pensiamo ai triceratopi, c’mmaginiamo dei grossi e potenti dinosauri fatti apposta per combattere. Dei veri e propri carri armati, aggressivi e pronti a caricare qualsiasi tipo di avversario. Ma è davvero così? Il triceratopo era disposto a ingaggiare duelli con chiunque?
I paleontologi, fino a oggi, ci hanno offerto un’immagine corazzata di questi dinosauri ceratopsidi chasmosaurini. Ma in realtà non abbiamo mai capito come questi bestioni lottavssero e in che modo si difendessero… Ora, finalmente, uno studio istologico sui resti ossei di un triceratopo può istruirci su queste dinamiche.
Ecco come lottavano davvero i triceratopi
Abbiamo sempre dato per scontato che i triceratopi fossero dei dinosauri parecchio aggressivi. Questo perché i paleontologi hanno trovato moltissimi reperti di triceratopi con lesioni craniche compatibili con traumi da combattimento. Tuttavia, alcune diagnosi della natura traumatica di queste varianti anatomiche della balza del collo hanno negli anni insospettito dei ricercatori. Ecco perché all’Università di Bologna sono state analizzate con più attenzione le ossa fratturate del Triceratops horridusnoto noto come Big John.
Il nostro Big John è il più grande esemplare di triceratopo mai scoperto. Le sue ossa sono spuntate otto anni fa, a Hell Creek, in Sud Dakota. E disponiamo del 60% del suo scheletro e del 75% del cranio. Questi resti, però, sono stati acquistati di recente da un privato. Il rischio era che il reperto fosse allontanato dalla ricerca. Ma così non è stato.
Infatti, i ricercatori dell’Università di Bologna hanno potuto studiare con calma il cranio di Big John per capire come abbia lottato per sopravvivere, in base ai traumi rivelati dalle sue ossa. Gli studiosi hanno anche analizzato le malattie di cui soffriva. Tutta quest’indagine, in definitiva, sorge dalla scoperta di lesioni evidenti rinvenute sul cranio del triceratopo. Ecco perché ai paleontologi interessava così tanto capire quali patologie affliggessero l’esemplare.
Le patologie di Big John
Il suo osso squamosale destro mostra un foro (extrafenestra) con margini irregolari e segni di infiammazione. L’analisi al microscopio ha evidenziato la formazione di un osso nuovo (un processo di guarigione), con segni istologici tipici della fase di rimodellamento osseo. L’analisi chimica ha invece rivelato zolfo: un possibile effetto di glicosaminoglicani e glicoproteine solfatate sulla sostanza osteoide preossea, compatibile con le prime fasi di guarigione di un trauma osseo. Analisi istologiche e microanalitiche hanno dunque confermato che la finestra squamosale di Big John è il risultato di un evento traumatico, che potrebbe essersi effettivamente verificato durante il combattimento con un altro triceratopo.
L’apertura sul collare ha dunque avuto origine da un trauma. Probabilmente il corno di un altro triceratopo ha provocato una brutta lesione in Big John. Questa lesione si è poi infiammata, e più avanti, dopo sei mesi o un anno, il nostro Big John è morto.
Attenti al corno
Possiamo quindi ipotizzare che i triceratopi si prendessero a cornate, ferendosi al collo o al cranio. Ma non usavano le lunghe corna parietali… Sembra più probabile che sfruttassero il corno singolo nasale (simile a quello del rinoceronte). Ciò che ci interessa di più, però, è altro: possiamo notare che il dinosauro mostra processi di guarigione che sono identici a quelli degli animali attuali (uomo compreso).
Il triceratopo del tardo Cretaceo rivelava un’ampia balza sul collo, che consisteva principalmente nelle ossa parietali e squamose iperallungate. Aveva anche due grandi corna sopraorbitali e un corno nasale più piccolo. Ora possiamo capire che questo ornamento cranico veniva usato come un’arma.