Quasi il 100% della popolazione mondiale respira un’aria inquinata che non rispetta i parametri indicati dai governi. L’OMS lancia l’allarme perché i dati sono preoccupanti.
La salute dei cittadini del mondo è a rischio a causa dell’inquinamento atmosferico. Viviamo tutti sotto una cappa malsana!
I livelli di inquinanti superano di molto gli standard minimi di sicurezza previsti dalla legge. Lo afferma allarmato l’OMS, che denuncia gli alti tassi di inquinanti nell’atmosfera. L’organizzazione mondiale della sanità espone il problema durante la giornata mondiale della salute 2022, incentrata proprio sulla salute del nostro pianeta e della nostra (our planet, our health).
I dati allarmanti sulla situazione disastrosa dell’aria a livello mondiale sono saltati fuori grazie all’aggiornamento del database. L’OMS, infatti, ha ottenuto nuove informazioni sui livelli di inquinanti nelle varie parti del mondo. Rispetto a prima, adesso sono inclusi i dati su oltre 6.000 località in 117 Paesi, la rete di misurazione più capillare mai adottata prima.
Nel nuovo database sono introdotte, per la prima volta, le misurazioni del diossido di azoto (NO2), un gas emesso dagli scarichi dei veicoli su strada e dagli impianti di produzione energetica. Questo inquinante risulta altamente irritante per il sistema respiratorio, e può contribuire all’insorgenza o all’aggravarsi di manifestazioni asmatiche.
Oltre a questa novità, nel database sono presenti le misurazioni degli inquinanti che solitamente vengono analizzati, come le concentrazioni medie di polveri sottili di dimensioni inferiori ai 10 micron (PM10) e ai 2,5 micron (PM2.5). Queste sono provocate dalle attività umane, attraverso:
Ad oggi, il maggior inquinante nelle aree urbane è il particolato atmosferico, formato da una miscela complessa di particelle solide e liquide di sostanze organiche ed inorganiche sospese in aria. Questo è in grado di infiltrarsi nelle vie respiratorie profonde e da lì nella circolazione sanguigna (persino nella placenta). Provoca difficoltà a respirare, eventi cardiovascolari gravi come ictus e infarti, tumori ai polmoni e la tratto urinario.
I paesi più penalizzati da questa situazione sono sicuramente quelli a medio e basso reddito, come India e Cina. Questi sono esposti a livelli di inquinamento allarmanti, dovuti soprattutto alle polveri sottili. Pochissime città raggiungono i requisiti minimi di sicurezza per la salute raccomandati dall‘OMS. L’organizzazione fissa i parametri in 5 microgrammi al metro cubo al massimo per il PM2.5, e non più di 15 microgrammi al metro cubo per il PM10.
I paesi ricchi stanno un po’ meglio ma nemmeno più di tanto. Solo il 17% delle regioni benestanti, infatti, rispetta i limiti previsti dall’OMS. Le concentrazioni peggiori si registrano nella zona del Mediterraneo orientale. Maria Neira, direttrice del Dipartimento per l’ambiente, i cambiamenti climatici e la salute dell’OMS, commenta con rammarico:
“Dopo essere sopravvissuti a una pandemia è inaccettabile avere ancora 7 milioni di morti prevenibili, e innumerevoli anni di buona salute persi a causa dell’inquinamento dell’aria. Eppure troppi investimenti non vengono ancora gestiti bene per avere finalmente un aria pulita e più salubre!”.
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