Avevate mai sentito parlare della straordinaria arte rupestre buddista di Shatial? Ci troviamo in Pakistan, e per la precisione nella zona montana del Gilgit-Baltistan. Lo Shatial è un sorta di passo, scavato tra pareti rocciose e caverne. Una zona oggi poco nota, perché impervia, ma nei secoli scorsi molto frequentata da carovane e pellegrini.
Questo passaggio si apriva fra le valli del Tangir e del Darel, e superava il fiume Indo con un ponte. E da qui passava la Via della seta. I monaci buddisti si insediarono in queste zone più di duemila anni fa. Ma il territorio era abitato e attraversato anche da mediorientali, persiani, mongoli e cinesi. E tutte queste culture hanno lasciato il segno. O meglio dei graffiti…
Le iscrizioni e i petroglifi di Shatial
Il ponte di Shatial è stato dunque un grande crocevia storico, frequentato da commercianti di mezzo mondo. Missionari buddisti, pellegrini cristiani, mercanti persiani, cammellieri iracheni, soldati mongoli… E tutti questi uomini che passavano per Shatial lasciavano dietro di loro dei graffiti e delle iscrizioni sulle rocce. Oggi si contano più di mille iscrizioni e settecento petroglifi. Solo i mercanti iraniani hanno lasciato più di cinquecentocinquanta iscrizioni, quasi tutte datate al VII secolo e in lingua sogdiana. Abbiamo anche scritte in lingua battriana (oggi estinta), in partico e in medio persiano.
Alcuni viaggiatori si limitavano a scrivere i loro nomi. Altri lasciavano un disegno. C’è invece chi ha scritto dei piccoli epigrammi o delle storie. Nanaivandak, un famoso mercante di Samarcanda, lasciò un’iscrizione rimasta nella storia, con riferimenti alla cultura dell’epoca. Ci sono poi preghiere alle divinità buddhiste, ad Allah, a Zoroastro e ad altri dèi oggi sconosciuti…
Il recupero turistico del passaggio
Proprio tali iscrizioni hanno fatto rinascere questo percorso abbandonato. Oggi infatti Shatial è una meta turistica. Un luogo molto suggestivo, dove entrare in contatto con lingue e culture perdute, storie di uomini di altre epoche (indiani, iracheni, sogdiani o battriani) che hanno voluto lasciarci un messaggio. Fra i graffiti ci sono anche opere a carattere religioso. C’è per esempio uno stupa inscritto nella roccia. Poi si nota un grande Buddha scolpito nella pietra.
Per arrivare a questo passaggio bisogna intraprendere l’autostrada di Karakorum. Un tempo il passaggio era di sicuro più avventuroso e difficoltoso. Gli storici pensano che bisognasse aspettare che il fiume fosse basso per passare, altrimenti il livello dell’acqua avrebbe lambito il ponte. Siamo di fronte a qualcosa di unico, in tutti i sensi. Un trionfo dell’arte rupestre. Tutti coloro che visitano questo luogo, soprannominato Shatial Rock Art Carving/Petroglyphs, restano incantati…