Sta destando molta attenzione il doomscrolling, un’abitudine che con il conflitto Russia-Ucraina è diventata più diffusa
Già con la pandemia l’abitudine di ricercare notizie negative sul web aveva subito un forte aumento. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sembra che questo modo di fare si sia diffuso ancora di più. Una vera e propria dipendenza che può risultare negativa per tanti aspetti…
Doomscrolling, con la guerra aumenta il fenomeno e crescono le fakenews
Già in un articolo abbiamo posto attenzione sull’argomento attualissimo delle fakenews. I riflettori sono ora puntati su un fenomeno che può alimentare la diffusione delle notizie false. Si tratta di doomscrolling, un neologismo inglese che fa derivare il suo significato dal termine <scrolling>, l’atto di “scrollare, scorrere” le notizie (soprattutto sui social” e <dooms> che significa “sventure, tragedie”. Si tratta proprio dell’azione di consultare i social o il web con lo scopo di fare scorpacciata di notizie. Non solo per essere “aggiornati” sulle catastrofi, ma per condividere tali notizie con altre persone attraverso link o post “rimpastati”.
Per “evitare” ansia e depressione, un fenomeno in aumento
Il doomscrolling ha subito un forte aumento. Non si è mai arrestato con il Covid e ha trovato l’apice della sua “espressione” proprio con l’inizio della guerra Russia- Ucraina. Si ricercano le notizie più crude e si condividono. Spesso il rischio è quello di incorrere in fakenews, notizie non verificate, vere e proprie bufale di siti che diffondono fatti non reali e condividerle inoltrandole a più e più persone. Gli esperti di psicologia e psichiatria stanno osservando il fenomeno. Sembra che scrollare il telefono continuamente alla ricerca di notizie negative sia un’abitudine nata per evitare di pensare ai propri problemi. Attraverso “le sventure del mondo” (lettura, scrittura, condivisione) si cerca di allontanare da sé ciò che non funziona nella propria vita. In realtà il doomscrolling può solo peggiorare la situazione aumentando gli stati d’ansia e depressione.