Il palosanto (Bursera graveolens) è un albero selvatico diffuso nella penisola dello Yucatán, nelle foreste del Perù e in Venezuela. Appartiene alla stessa famiglia (Burseraceae) dell’incenso e della mirra, per questo è usato per le pratiche di purificazione rituale. La medicina tradizionale mesoamericana e inca lo sfruttava anche contro il mal di stomaco, come sudorifero e come lenimento per i reumatismi.
Da qualche tempo anche in Europa si sta diffondendo il nome di questo albero dalle origini misteriose. L’antico albero santo degli indios viene descritto come un vegetale miracoloso, in grado di ridonare serenità e allontanare tutti i pensieri negativi. E c’è anche un’altra cosa, non meno importante: funge da repellente contro le zanzare!
Tutte le popolazioni dell’America centrale e meridionale conoscevano dai tempi antichi le proprietà benefiche del palosanto. La sua funzione principale era quella di purificare ambienti e persone durante le cerimonie rituali. Ma gli indios lo sfruttavano anche in medicina. Ci sono testimonianze che parlano dell’estratto di palosanto usato per curare il mal di denti e togliere il dolore in generale.
La prima descrizione di questo albero giunta in Occidente risale al 1824. Durante una spedizione tedesca nelle Americhe, Karl Wilhelm von Humboldt, descrisse e analizzò il palosanto, compiendo anche ricerche sugli gli usi più antichi, connessi alla spiritualità sciamanica.
Sappiamo che gli Inca lo utilizzavano sotto forma di incenso, di olio essenziale o di bevanda. Lo bruciavano per rilassarsi e per favorire l’attività di trance degli sciamani. Per questo era considerato un albero sacro. Non andava mai tagliato! Gli amerindi si limitavano perciò a raccoglierne i rami secchi, e li essiccavano naturalmente, con un processo che durava fino a dieci anni. Poi ne lavoravano il legno, per ottenere manufatti, incensi e oli essenziali.
Ancora oggi molti praticanti di yoga o di discipline spirituali lo adoperano durante la meditazione, per allontanare le energie negative. O gli spiriti maligni, nei casi più gravi. Ciò che ci interessa è che questo albero riesce a scacciare anche mosche e zanzare. Esistono molte creme, saponi e deodoranti che catturano questa essenza, anche per sfruttarne le proprietà rilassanti.
Pur non volendo considerare la faccenda delle energie negative e degli spiriti, bisogna riconoscere che il palosanto potrebbe esprimere un reale effetto rilassante. I buoni odori hanno proprietà analgesiche e spesso antisettiche. Il suo legno resinoso secerne un olio essenziale profumato di agrumi che pare faccia anche bene alla pelle. Gli sciamani inca, degli Aymara e dei Quechua ne sfruttavano soprattutto il fumo. Ma ancora oggi i messicani e i peruviani lo usano per curare nevralgie, menorragie e catarro.
La corteccia macerata nell’alcol è usata come diuretico, o contro i reumatismi. C’è poi chi la usa in cucina come spezia. Non esistono studi che abbiano ancora confermato le sue proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antisettiche.
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