La fuga di Elio-3 dal cuore della Terra potrebbe rivelare altri misteri sulla formazione del nostro pianeta. Per esempio, che potrebbe essersi formato molto più velocemente di quel che si pensava.
Gli scienziati sono preoccupati, perché questa nuova scoperta potrebbe sovvertire tutto quello che si sapeva sull’origine del nostro pianeta.
L’elio-3 è un gas rarissimo sulla Terra: se si calcola quanto ne viene rilasciato ogni anno dalle profondità del nostro pianeta, si ottiene a malapena la quantità necessaria per riempire 50 palloncini. Secondo gli scienziati dell’Università del New Mexico, l’elemento potrebbe aver raggiunto il nucleo della Terra durante il processo di formazione del sistema solare. Questa nuova ipotesi, secondo il modello proposto da Sharp e Olson, lascerebbe pensare che il nostro pianeta si sia formato molto più velocemente del previsto.
L’elio-3 è prodotto essenzialmente dalle nebulose solari, per cui la nascita dei pianeti è avvenuta in una delle prime fasi di vita del Sole, quando si è formato attorno alla stella nascente il disco protoplanetario. Il disco di accrescimento della giovane stella si raffredda, permettendo la formazione di piccoli grani di polvere. Queste, dopo centinaia di migliaia di anni di fusioni e collisioni, danno vita ai protopianeti. Poiché l’elio è uno dei primi elementi prodotti nell’universo, la maggior parte dell’elio-3 può essere fatta risalire al Big Bang.
Secondo la teoria maggiormente accettata, la nube di gas e polvere che circondava il Sole nelle prime fasi di vita si è dispersa dopo uno o due milioni di anni. Per decenni, la risposta degli astronomi è stata che i piccoli grani di polvere nella nebulosa si sono uniti in particelle sempre più grandi, fino a raggiungere chilometri di estensione e poi sbattere l’uno contro l’altro, come in un autoscontro. Questo nel passato, perché ora il nuovo modello di Sharp e Olson rimette tutto il processo in discussione!
Secondo Sharp, la Terra e gli altri pianeti del sistema solare si sono formati molto più velocemente, in appena due milioni di anni. In questo nuovo scenario, la gravità della Terra sarebbe stata attirata nella densa atmosfera incandescente della nebulosa, e il nostro pianeta sarebbe stato un oceano di magma, almeno in superficie!
Le quantità di gas e di pressione sulla Terra erano tali che l’isotopo dell’elio-3 potrebbe essere arrivato a insinuarsi nel nucleo del nostro pianeta, per rimanerci intrappolato. È per questo che in alcuni posti, come alle Hawaii, in Islanda e nel parco di Yellowstone esistono dei geyser che portano in superficie, dalle profondità del pianeta, pennacchi di elio-3. L’elio-3 è così leggero da essere subito disperso una volta raggiunta la superficie terrestre. Se scappa via così velocemente dall’atmosfera terrestre, è difficile spiegare come mai ne sia rimasto nel nucleo della Terra. Peter Olson, insieme al collega Sharp, spiega che:
“Circa 2.000 grammi di elio-3 fuoriescono dalla Terra ogni anno, abbastanza per riempire un palloncino delle dimensioni di una scrivania. È una meraviglia della natura, e un indizio che ci sia ancora una quantità significativa di questo isotopo all’interno della Terra”.
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