2 agosto 1980. Una data indelebile per la storia italiana. Quella mattina, un attentato terroristico alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale uccise ottantacinque persone e ne ferì oltre duecento. A oggi, a seguito di numerose inchieste e processi, teorie discordanti e false piste, ancora non conosciamo tutta la verità. Ci sono ancora troppi misteri intorno all’evento conosciuto come Strage di Bologna.
Per lo Stato italiano a volere quell’attentato fu l’organizzazione neofascista dei NAR, Nuclei armati rivoluzionari, con il fine di destabilizzare il Paese e innescare una crisi. I membri del NAR hanno però sempre negato il loro coinvolgimento. Chi ordinò quindi la Strage di Bologna?
Le teorie alternative sui veri organizzatori della Strage di Bologna
Alle 10:25 del 2 agosto 1980 una bomba esplose nella stazione di Bologna Centrale. L’ordigno portò alla morte di ottantacinque persone. E nei giorni scorsi è giunta la notizia di una nuova condanna per la Strage di Bologna. Gli inquirenti hanno condannato il cosiddetto “quinto uomo”, ossia Paolo Bellini, un terrorista di destra, noto esponente del gruppo fascista Avanguardia Nazionale. Bellini fu già coinvolto all’inizio del processo negli anni Ottanta. Ma ne era uscito grazie a un alibi. Il 6 aprile del 2022, dopo più di quarant’anni, quell’alibi è caduto, e Bellini è stato condannato in primo grado all’ergastolo.
Finora i vari processi hanno già condannato Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, entrambi esponenti dei NAR. Poi nel 2007 è arrivata una condanna anche per Luigi Ciavardini, anch’egli membro della NAR.
La giustizia italiana ha quindi dimostrato che i NAR sono stati gli organizzatori materiali della strage. Eppure dietro questi condannati dovevano esserci altre persone. Tante volte è stato per esempio suggerito il coinvolgimento di funzionari dei servizi segreti italiani. Si è parlato anche di un collegamento con la Camorra e con la Banda della Magliana. Ma dopo più di quarant’anni ci sono ancora molti misteri sulla Strage di Bologna. Gli inquirenti hanno senza troppi dubbi isolato le responsabilità di gruppi terroristici neofascisti. Ma ci sono prove che inchiodano anche settori deviati dello Stato e la loggia massonica P2 di Licio Gelli.
Le varie piste
All’inizio del 2000 gli inquirenti hanno raccolto molte informazioni sull’attività di intelligence italiana e collegamenti fra le bande terroristiche internazionali e i servizi italiani. Gli 007 italiani, alla fine degli anni ’70, erano in contatto con gruppi neofascisti o di estrema destra in Paesi dell’ex blocco sovietico e Paesi arabi, come l’Iraq, la Siria, il Libano. Gli inquirenti hanno poi scoperto dei documenti ambigui in mano al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP, un’organizzazione paramilitare di estrema sinistra attiva in Israele) Pare infatti che i palestinesi avessero dato un avvertimento proprio ai servizi segreti antiterroristici italiani tre settimane prima della Strage di Bologna.
Thomas Kram, membro di un gruppo terroristico tedesco di sinistra legato ai palestinesi, era a Bologna il giorno della strage. L’ex presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga suggerì il coinvolgimento dei palestinesi in una lettera inviata a Enzo Fragalà. Ilich Ramírez Sánchez, detto Carlos lo Sciacallo, era in quegli anni uno dei terroristi più temuti in Europa ed era in stretto contatto con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Kram, secondo alcuni interpreti, era un suo uomo.
CIA, Mossad e NATO
Il PFLP ha sempre negato il proprio coinvolgimento nell’attentato. Poi, interrogato dagli inquirenti nel 2005, lo stesso Carlos lo Sciacallo dichiarò di non aver partecipato alla Strage. E indicò come colpevoli la CIA e il Mossad (agenzia dei servizi segreti di Israele). L’intento, secondo lo Sciacallo, era quello di punire l’Italia per i suoi rapporti con gli indipendentisti palestinesi. Nel 2006, Rodolfo Almiron, un poliziotto argentino, ex membro dell’organizzazione di destra Tripla A fu chiamato in causa come possibile responsabile della Strage insieme a dei neofascisti italiani.
Riguardo ai servizi, è un fatto che poco dopo l’attentato, l’Agenzia Nazionale Stampa Associata ricevette una telefonata da parte di un individuo che affermava di rappresentare i NAR e rivendicava la responsabilità della strage. Quella telefonata si rivelò falsa: era partita dalla sede di Firenze del SISMI (Servizio Segreto Militare Italiano).
C’è poi chi pensa che l’attentato bolognese sia un depistaggio. Un’azione che sarebbe partita per distrarre l’Italia dalla strage di Ustica. Qualcuno avrebbe voluto coprire la responsabilità della NATO, cioè dei caccia inglesi o francesi che, con l’assenso del Governo italiano, avrebbero lanciato un missile per tentare di colpire il jet privato del leader libico Gheddafi…