Uno dei simboli culinari italiani per eccellenza, tutte le curiosità della “pasta alla carbonara”
L’Italia ha indubbiamente dei marchi di fabbrica conosciuti in tutto il mondo. Uno di questi è di sicuro il settore della gastronomia. Pasta, pizza, mozzarella e non solo: ed è subito Italia! Il 6 aprile scorso si è celebrato il Carbonara Day, un giorno dedicato completamente al tipico primo piatto molto prodotto nel Lazio, soprattutto nella capitale. Si tratta di un modo di cucinare la pasta che cela alcuni segreti, una questione ancora avvolta nell’oscurità…
Le origini del nome
Non è del tutto certa l’etimologia della Carbonara. Potrebbe far riferimento ai carbonai (carbonari in romanesco). Si trattava di coloro che trasformavano la legna in carbone vegetale, soprattutto nelle zone presso cui la legna abbondava, quindi in montagna. Proprio i carbonai usavano mangiare spesso una pietanza a base di formaggio, lardo, guanciale e uova.
Un piatto ricco di ingredienti facilmente reperibili. Ma questa è solo una delle tante ipotesi in circolazione. Tra le più accreditate troviamo la versione che riguarda un certo Renato Gualandi, cuoco bolognese incaricato di cucinare per l’incontro a Riccione nel 1944 tra l’Ottava Armata inglese e la Quinta Armata americana nella Riccione. Decise di usare ingredienti americani (bacon, crema di latte e rosso d’uovo) per un piatto con lo scopo di stupire.
L’ingrediente incriminato: la “panna”…
Nonostante si tratti di un ingrediente spesso incriminato dai massimi rappresentanti e cultori della cucina italiana, la panna non sembra essere poi così colpevole… Infatti nel famoso ricettario “La grande cucina” del 1960 di Luigi Carnacina la panna era prevista eccome! Solo negli anni ’90 del secolo scorso si iniziò ad eliminare alcuni ingredienti ritenuti sbagliati come “aglio, cipolla, peperoncino, panna e prezzemolo”. Ad oggi la ricetta prevede l’impiego di spaghetti o rigatoni conditi con guanciale, rosso d’uovo, pecorino e pepe nero.
