Stanno crescendo ed evolvendo come il cemento che le circonda, rispondendo a voce alta alla massiccia urbanizzazione delle nostre metropoli. Sono le piante, che trovano strategie di ogni genere per continuare a vivere e a diffondersi.
Vari comuni metropolitani stanno cercando di creare luoghi da riqualificare, per permettere alla natura di continuare a convivere con la crescente cementificazione delle nostre aree urbane.
Da anni l’uomo sta modificando gli ecosistemi del pianeta e questo, giocoforza, ha un ruolo importante sulla vita di piante e animali. Anche sulla nostra, purtroppo! Le città e le aree urbane in generale sono senza dubbio quelle più colpite, e sono cambiate così tanto che la flora e la fauna stanno rapidamente evolvendo in risposta a questa trasformazione.
Il Global Urban Evolution Project si occupa da anni di monitorare questi cambiamenti, domandandosi soprattutto quanto l’urbanizzazione stia causando un’evoluzione parallela di strategie di sopravvivenza. In altre parole, gli esseri viventi che vivono in città stanno sviluppando lo stesso modo di sopravvivere indipendentemente da dove si trovano nel mondo? La risposta è sì!
Lo studio in merito alla questione è stato condotto da 287 scienziati di 160 città nel mondo. Tra i paesi troviamo il Canada, il Giappone, l’Australia e la Germania, con metropoli che mostrano tutte un denominatore comune: la crescita del trifoglio bianco. Si è notato, infatti, che nei prati di Toronto, Monaco, Melbourne e Tokyo cresce il cosiddetto Trifolium repens, una delle piante più diffuse al mondo, nativa di Europa e Africa ma ormai presente in ogni angolo del globo.
Il trifoglio bianco è stato scelto come soggetto di studio proprio per la sua natura cosmopolita. Per scoprire in che modo questa pianta sta rispondendo dal punto di vista evolutivo all’urbanizzazione, gli scienziati si sono concentrati in particolare su una sua funzione fisiologica fondamentale: la produzione di acido cianidrico. Questo serve alla pianta sia per difendersi dagli erbivori sia per aiutarla a resistere allo stress causato da un’eventuale mancanza d’acqua.
Lo studio sul trifoglio bianco ha dimostrato che ci sono delle diversità in base al luogo in cui cresce. Gli esemplari urbani, infatti, producono molto meno acido cianidrico rispetto a quelli selvatici. E questo indipendentemente dalla città in cui si trovano: un trifoglio di Toronto produce la stessa quantità di acido di un trifoglio che si trova al centro di Londra! Questo accade perché, sostanzialmente, gli erbivori sono pochi se non assenti, e raramente alle piante manca l’acqua (e questo è un vantaggio in un ambiente controllato dagli umani).
Per gli scienziati questa scoperta rappresenta una prova importante di evoluzione parallela influenzata direttamente dall’attività umana. E questo è solo l’inizio di un lungo percorso che riguarderà lo studio anche di altre piante, e che aiuterà la scienza a capire anche come comportarsi con le specie animali che da queste piante dipendono.
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