Chi era suor Maria Faustina Kowalska e perché la Chiesa l’ha riconosciuta come santa? Questa mistica polacca, nata nel 1905 come Helena Kowalska, e defunta a trentatré anni, è nota per le sue visioni. Vedeva spesso Gesù Cristo. E scrisse di aver visitato l’inferno…
Le apparizioni di Gesù Cristo sperimentate da suor Maria Faustina hanno ispirato una particolare devozione diffusa nella Chiesa cattolica romana. Quella per la Divina Misericordia. Ed ecco perché Maria Faustina è ricordata come la Segretaria della Divina Misericordia.
Nel corso della sua breve vita di suora, la Kowalska ebbe numerosissime visioni di Gesù. E conversò anche a tu per tu con il Salvatore. Tutte queste interessanti conversazioni sono state annotate nel suo diario privato, poi pubblicato come Il diario di Santa Maria Faustina Kowalska: Divina Misericordia nella mia anima. Sappiamo che Maria Faustina si fece suora a vent’anni, dopo la prima visione avuta a diciotto anni. Entrò così in un convento a Varsavia. Si trasferì poi a Płock e a Vilnius. E qui conobbe padre Michał Sopoćko, che divenne il suo confessore e direttore spirituale.
Quando Maria Faustina vedeva Gesù, questi le parlava e le descriveva la Divina Misericordia. Così la giovane suora incaricò un artista di rappresentare la sua visione. La suora ci ha quindi consegnato un’immagine oggi canonizzata: quella di Gesù vestito di una veste bianca, con una mano alzata per benedire e l’altra con cui toccava sul petto per aprirsi la tunica e far uscire due raggi, uno rosso e l’altro dorato.
La Chiesa cattolica ha canonizzato la Kowalska come santa il 30 aprile 2000 come vergine e mistica. Oltre a vedere Cristo, Faustina vide anche l’inferno.
Oltre a parlarci di Misericordia e delle sue discussioni con Cristo, la suora ci ha raccontato di essere arrivata all’ inferno condotta da un angelo. Il suo compito era quello di testimoniare la realtà degli inferi. E com’è fatto quest’inferno?
Maria Faustina lo descrive come un luogo di grandi tormenti, enorme, infuocato, maleodorante. Lì i dannati sono sottoposti a varie pene. La prima pena è la perdita di Dio. La seconda, quella dei continui rimorsi di coscienza. La terza, la consapevolezza dell’eternità del castigo. La quarta, l’esposizione al fuoco che penetra l’anima. Un fuoco puramente spirituale che sarebbe acceso dall’ira di Dio. La quinta pena implica l’oscurità continua e la prossimità con demoni e tormenti.
La sesta pena è la compagnia invadente di Satana. La settima, è la disperazione, che si traduce in odio verso il bene, imprecazioni, maledizioni e bestemmie. Queste sono pene che i poveri dannati soffrono insieme, cioè contemporaneamente. Poi ci sono i castighi particolari. Tutto l’inferno sarebbe costituito da caverne, voragini e luoghi di supplizio e tortura.
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