Cosa sta succedendo a Bologna? Il Comune vuole introdurre delle card civiche per “premiare i cittadini virtuosi”, che non prendono multe, che compiono come si deve la raccolta differenziata… Ma c’è chi paventa una volontà di controllo sociale. Cosa si nasconde dietro questa nuova patente digitale?
In che modo i bolognesi verranno premiati o danneggiati con le nuove card civiche? Si tratta di un’iniziativa compatibile con i diritti alla privacy dei cittadini?
A Bologna, il sindaco Matteo Lepore ha annunciato il piano di innovazione digitale del Comune 2022-2024. E la novità più importante riguarda l’introduzione di una patente digitale per premiare I cittadini virtuosi. L’idea è quella di associare punteggi, da incrementare o ridurre, attraverso lo svolgimento della vita civica quotidiana. Lo strumento in questione è uno Smart Citizen Wallet, sperimentato già in varie città europee. E che la Raggi provò a introdurre anche a Roma.
A settembre dovrebbe partire un progetto pilota. Una sorta di scheda a punti che premia il cittadino virtuoso. Cioè chi? Il bolognese che si muove con i mezzi pubblici, differenzia bene i rifiuti, non prende multe e non spreca energia otterrà un punteggio alto nella sua patente digitale. E di conseguenza il Comune lo premierà. Come? Con vantaggi economici, sconti su tasse e abbonamenti comunali.
In alcune città europee i sindaci hanno addirittura offerto premi in denaro, soprattutto in Bitcoin. In Cina, una siffatta card distingue fra cittadini di serie A (i virtuosi) e di serie B (i meno attenti), che ricevono dal Governo tasse aggiuntive. A Bologna, invece, ci saranno solo sconti su Tper, Hera, Bologna Welcome e Card Cultura.
C’è chi crede che questa patente possa trasformarsi in uno strumento di controllo della vita privata dei cittadini. A Fidenza, un modello del genere ha generato molte polemiche… Dunque anche a Bologna c’è da temere un’invasione nella privacy dei privati?
Secondo il sindaco l’iniziativa sarà a base volontaria. In pratica la patente digitale sarà applicata solo al cittadino interessato, che deve naturalmente dare la sua disponibilità, tramite un nullaosta. Nessuno verrà quindi costretto a partecipare al meccanismo dei premi.
Non siamo quindi arrivati a una situazione da Grande Fratello. Ma idee del genere non piacciono molto alla cittadinanza, che si mostra scettica e preoccupata. In più c’è una larga fetta della popolazione cittadina che è poco reattiva anche dal punto di vista tecnologico. Specie i più anziani… È giusto valutare i cittadini e il loro senso civico con un sistema a premi? Il dibattito si è appena aperto…
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