Le osservazioni sismiche hanno recentemente rivelato due anomalie sismiche nel mantello più basso della Terra, una sotto l’Africa e l’altra sotto l’Oceano Pacifico. Hanno dimensioni molto grandi e forme complicate. Ma cosa sono realmente? I pennacchi si stanno forse modificando?
Sono denominate grandi province a bassa velocità delle onde di taglio, e sono simili a blob con dimensioni pari a quelle di un continente e 100 volte più alte del Monte Everest.
Gli scienziati dell’Università della California, negli Stati Uniti, hanno realizzato un nuovo studio su alcune gigantesche masse rocciose situate a una profondità di 2.900 chilometri. Si tratta dei Super Pennacchi (LLSVP), colossali formazioni, dalle dimensioni continentali, che precedentemente si credeva fossero i resti delle placche oceaniche affondate nel mantello. I ricercatori hanno stabilito come le LLSVP fossero strutture presenti all’interno della Terra sin dalla sua formazione.
Si collocano in diverse aree nella profondità del nostro pianeta e sono principalmente due: la LLSVP africana e la LLSVP del Pacifico. Per molto tempo, gli scienziati hanno cercato di trovare una connessione tra LLSVP e la composizione geochimica della crosta terrestre soprastante, credendo che le strutture siano immerse nel mantello come risultato della sottrazione di frammenti della crosta oceanica. LLSVP è l’acronimo di Large Low-Shear-Velocity Provinces.
Gli LLSVP sono le più grandi strutture contigue nel mantello terrestre e hanno un impatto considerevole sul vulcanismo superficiale, sulla convezione profonda del mantello, e sul flusso di calore del nucleo che è responsabile della dinamo. Tuttavia, non è chiaro cosa causi i LLSVP e come interagiscano con il mantello circostante. Per capire la loro origine e le loro proprietà bisognerebbe avere una migliore comprensione delle loro differenze di densità e viscosità con il mantello circostante. La morfologia dei LLSVP è un’espressione della loro interazione con la dinamica del mantello circostante, che è controllata e quindi fornisce informazioni sulla densità profonda del mantello e sulle strutture di viscosità.
Per quanto riguarda, invece, i pennacchi del mantello si è visto che questi sono mobili, e che le strutture del mantello basale si stanno attualmente deformando. Proprio come i continenti della Terra, queste strutture possono formare super blob e poi rompersi nel tempo. Secondo quanto affermato dai ricercatori, il blob africano è nato probabilmente solo 60 milioni di anni fa, ben lontano dalle stime precedenti degli scienziati.
Questa scoperta è interessante e apre nuove prospettive per capire cosa si nasconde davvero nel nostro nucleo terrestre. Potrebbe, soprattutto, aiutare a capire dove emergono depositi di diamanti, nichel e altri metalli, rendendoli più facili da estrarre e raccogliere.
I pennacchi del mantello rappresentano un fenomeno geologico studiato già negli anni Settanta e descritto come degli zampilli (o pennacchi caldi) di materia relativamente primordiale. Questi risalgono dal mantello confinante con il nucleo esterno attraverso la spinta idrostatica, alimentando sacche di magma collocate vicino alla superficie, come in Islanda o alle Hawaii. C’è ancora molto, però, da sapere sulle loro caratteristiche, quindi gli studiosi avranno su cosa lavorare in futuro!
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