Dei piccoli marsupiali australiani sono noti per le loro particolari feci. Si tratta di escrementi perfettamente cubici… L’animaletto resposabile di questa bizzarria digestiva è il vombato, un marsupiale peloso che si aggira fra le grandi pianure e le foreste di eucalipti dell’Australia.
Docili e dall’aspetto tenero, i vombati attirano gli etologi con le loro stranissime feci cubiche. Ogni vombato ha la capacità di produrre fino a cento escrementi cubici ogni giorno. Ma perché digerisce il cibo in questa forma?
I nostri vombati sono marsupiali adattabili e socievoli, capaci di sopravvivere in vari habitat. Per questo si sono diffusi in quasi tutto il territorio australiano. Possiamo trovarne nelle aree boschive, nelle pianure secche, sulle montagne, sulle coste e nelle brughiere dell’Australia meridionale e orientale. Ce ne sono anche nella Tasmania, nel Parco nazionale della foresta di Epping, nel Queensland centrale, dove sono diventati un’attrazione turistica.
Ebbene, i vombati lasciano feci cubiche distintive sul territorio. Come altri animali, dispongono queste feci per contrassegnare i territori di pertinenza e per attirare i compagni. Per questo gli etologi ritengono che la forma cubica abbia una particolare funzionalità. Quale? Le feci tonde possono rotolare via. Quelle cubiche, invece, sono impilabili e meno inclini a rotolare. Ciò conferisce loro un importante vantaggio biologico.
Diventa quindi interessante capire quale sia il metodo con cui il vombato produce questi escrementi. Diciamo subito che non ci sono mai stati studi anatomici dedicati al problema. Quindi la scienza non ha ben compreso questo processo. In genere, si ritiene che l’intestino del vombato si estenda in zone marginali dell’addome, con due aree flessibili e due rigide attorcigliate. Un percorso che potrebbe sviluppare angoli retti, utili a dar forma squadrata alle deiezioni.
Un vombato adulto produce dagli ottanta ai cento cubetti di cacca in una sola notte (sono animali crepuscolari). Ogni escremento misura in media, due centimetri. Sappiamo anche che produce dai quattro agli otto pezzi per ogni movimento intestinale.
Ciò significa che i vombati hanno un metabolismo parecchio lento. Impiegano infatti dai sette ai quattordici giorni per completare la digestione. Questo, ovviamente, li aiuta a sopravvivere in zone aride e povere di vegetazione. Anche se si muovono poco, quando scattano possono toccare i quaranta chilometri all’ora.
Il vombato difende strenuamente i suoi territori e la propria tana. E reagisce con aggressività agli intrusi. Quando è sazio si mostra invece più tranquillo. Ha però molti predatori…
I suoi nemici principali sono i dingo e diavoli della Tasmania, che predano ogni notte i vombati. È probabile che anche il tilacino (oggi estinto) fosse un predatore del vombato. Per difendersi questi marsupiali si affidano alla loro pelle posteriore indurita. In più non hanno una coda, e sono difficilmente catturabili.
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