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Euclid: l’ESA è pronta a scoprire nuovi segreti dell’universo

Published by
Daniela Gécchele

Il 24 marzo 2022, oltre una dozzina di ingegneri si sono riuniti presso il capocommessa industriale Euclid, a Torino, per collegare insieme le due parti principali della navicella. 

Questo compito ha richiesto una precisione così estrema che ci sono voluti diversi giorni per poter collegare le apparecchiature elettroniche. L’ESA è ora un passo avanti nello svelare i misteri dell‘universo oscuro!

Euclid, la navicella che scoprirà i segreti dell’universo oscuro – curiosauro.it

Euclid pronta a svelare nuovi segreti

Hans Rozemeijer, ingegnere di Euclid Assembly, Integration and Testing, afferma che:

È stato davvero emozionante vedere l’astronave riunirsi e fare un passo avanti per far diventare realtà la missione. Mi sento quasi come se avessimo unito due membri della famiglia”.

Fornito da Airbus Defence and Space, il modulo di carico utile di Euclid ospita un telescopio riflettente per catturare e focalizzare la luce da stelle lontane, oltre a due strumenti per registrare questa luce: il VISible image (VIS) e il Near Infrared Spectrometer and Photometer (NISP). Il telescopio e gli strumenti rileveranno miliardi di galassie con una precisione senza rivali, per aiutare gli astronomi a capire meglio come si sono evolute e raggruppate in strutture cosmiche negli ultimi 10 miliardi di anni.

Questo lavoro darà sicuramente indizi sulla natura dell’enigmatica materia ed energia oscure: i due principali motori dell’espansione dell’Universo. Gli strumenti di Euclid sono stati integrati nel modulo di carico utile alla fine del 2020. Durante il 2021, il modulo completo ha superato con successo test intensivi in ​​condizioni spaziali simulate per verificare che il telescopio e gli strumenti funzionassero come previsto.

Euclid, la navicella che scoprirà i segreti dell’universo oscuro – curiosauro.it

Il modulo di servizio di Euclid

Il modulo di servizio della navicella è importante tanto quanto quello di carico, perché contiene un computer che controlla gli strumenti e le parti per far funzionare Euclid al meglio. Il controllo serve a:

  1. Controllare l’orientamento del veicolo spaziale.
  2. Spingerlo nello spazio.
  3. Distribuire energia.
  4. Comunicare con la Terra.
  5. Gestire il trasferimento dei dati.

Per collegare i due moduli insieme, gli ingegneri hanno utilizzato una gru per abbassare il modulo di carico utile sul modulo di servizio tramite sei punti di attacco. Il team ha prestato molta attenzione per assicurarsi che questi punti combaciassero molto bene. Uno scarso contatto, infatti, avrebbe potuto indurre sollecitazioni che avrebbero danneggiato la struttura o deformato lo specchio del telescopio. Hans spiega che:

“Dovevamo assicurarci che la planarità del modulo di servizio corrispondesse strettamente alla planarità del modulo di carico utile nei punti di connessione, per ridurre il più possibile i carichi sul telescopio. Stavamo mirando a una differenza di meno di 50 micron in ogni punto. Non è come un mobile Ikea che puoi piantare con un martello: questo compito ha richiesto un’estrema precisione!”.

50 micron, 0,05 mm, è per intenderci il diametro di un capello umano sottile. Prima di collegare i due moduli insieme, il team di assemblaggio ha verificato la scorrevolezza dei punti di connessione con un laser, e ha utilizzato distanziatori molto sottili chiamati spessori per uniformare le superfici dove necessario.

Un lavoro di assemblaggio certosino

Hans Rozemeijer conferma che i moduli sono stati uniti meccanicamente, con l’aggiunta di staffe di connessione e connettori elettrici. Successivamente, è stato verificato che tutto funzionasse correttamente, e ogni spazio residuo tra i due moduli è stato coperto con le staffe del connettore e isolato in modo termico per sigillare davvero il veicolo spaziale. La navicella Euclid è davvero complessa, e durante i mesi scorsi a tutte le persone coinvolte nella sua integrazione è stato chiesto di essere altamente performanti nell’affrontare orari e operazioni impegnative.

Ad aprile 2022 gli ingegneri collegheranno Euclid al suo parasole e ai pannelli solari combinati. Il parasole proteggerà il modulo di carico utile dall‘intensa radiazione solare, aiutando la missione a svolgere al meglio le sue capacità. Una volta collegato il parasole, verrà aggiunta l’antenna, quindi Euclid sarà completo. Il veicolo spaziale finito misurerà circa 4,7 m di altezza e 3,7 m di larghezza. Successivamente, sarà testato come sistema completo e preparato per il lancio dallo spazioporto europeo nella Guyana francese.

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Daniela Gécchele

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