La crisi dei chip connessa alla pandemia di Covid-19 e aggravata dall’invasione russa dell’Ucraina ha rivoluzionato il settore tecnologico mondiale. Tutti i Paesi stanno cercando di correre ai ripari con finanziamenti e nuovi progetti. Ma è la Cina la nazione pronta a esporsi maggiormente. Pare che la Repubblica Popolare Cinese sia pronta a investire la cifra mostruosa di 150 miliardi di dollari… In cosa?
La Cina vuole diventare la più grande potenza tecnologica del mondo, sbaragliare la concorrenza con gli altri Paesi e superare la crisi dei chip. Ecco perché il Governo cinese ha deciso di investire oltre 150 miliardi di dollari entro il 2030 per la produzione di semiconduttori.
Un investimento da 150 miliardi di dollari
Attualmente la Cina produce il 36% dell’elettronica mondiale ed è il più grande produttore di chip al mondo. Il Paese asiatico, però, ha anche un’elevata esigenza di semiconduttori e riesce a venderne solo il 7% circa. Quindi la produzione collettiva cinese di chip non è compatibile con un predominio commerciale. Per ora è appena sufficiente a soddisfare il fabbisogno del Paese. Ma Pechino ha altri piani: punta al dominio nel settore. Ecco perché il Governo ha deciso di investire una somma mai vista. L’investimento porterà a soddisfare per il 100% la richiesta interna di semiconduttori e renderà anche la Cina il Paese dominante per produzione di chip.
Già nei mesi scorsi, a Pechino si sono mosse ingenti quantità di denaro. Con la fusione tra Sinochem e ChemChina è nata una compagnia petrolchimica da oltre 150 miliardi di dollari di asset. E la stessa somma ora sarà investita da Xi Jinping nei semiconduttori.
L’azienda da tenere d’occhio è ovviamente quella del principale produttore di chip della Cina continentale. Stiamo parlando della Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC). A oggi, la SMIC è il quinto produttore di chip al mondo, e negli ultimi mesi ha subito pesantemente la carenza di semiconduttori. Ma tutto sta per cambiare.
Cosa succede alla SMIC
E qualcosa si sta già muovendo all’interno della SMIC. Una settimana fa è stato nominato un nuovo presidente. Intanto la Cina sta cercando di intervenire per risolvere i problemi dell’azienda all’estero. La SMIC ha infatti subito molte pressioni da parte di Washington, soprattutto per via della guerra russa in Ucraina e gli accordi commerciali con Mosca. Gli USA vorrebbero infatti sanzionare anche i semiconduttori prodotti da quest’azienda cinese.
La SMIC è una società quotata sia alla borsa di Shanghai che a quella di Hong Kong. E il suo nuovo presidente è Gao Yonggang, precedentemente CFO dell’azienda. Con il nuovo investimento del Governo cinese il nostro Gao si prepara a gestire un vero e proprio impero. L’obiettivo è superare tutti i maggiori concorrenti, ossia la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (TSMC), la Samsung Electronics della Corea del Sud, la United Microelectronics Corp con sede a Taiwan e la GlobalFoundries degli Stati Uniti.