Nella valle toscana del Mugello c’è gas a volontà. Non tutti lo sanno, ma a nord di Firenze, verso Firenzuola, c’è un grosso giacimento di metano. Ci troviamo a Pietramala, dove il gas per auto costa 1,20 euro al chilo. Un affare… Ma non tutti in questa zona dell’Alto Mugello sono contenti di dover convivere con questi giacimenti.
Già nel Settecento nella zona cominciò a sentirsi odore di bruciato. In alta collina c’erano degli sbuffi di vapori che talvolta si incendiavano, e i superstiziosi credevano che fossero sfoghi del demonio. I locali li chiamavano terreni ardenti, e li temevano. Fu Alessandro Volta, l’inventore della pila, a capire che il diavolo c’entrava poco e che il territorio era pieno di gas! Era il 1780.
Il ricco giacimento di metano nella zona del Mugello
Quindi, Pietramala, frazione di Firenzuola, conosce il metano da molti anni. E oggi c’è un impianto semiautonomo, con cui la cittadina si autosostenta. L’ultimo pozzo è parecchio profondo: sembra che la trivella sia scesa più di ottocento metri. E allora di gas ce n’è a volontà, per tutto il Mugello. Tanto che il metano, in zona, costa un euro e venti al chilo, mentre a Firenze e a Bologna, in questo momento di crisi, supera i tre euro.
Pietramala ha vissuto e vive dello sfruttamento di questo giacimento, che negli anni scorsi era stato quasi sul punto di chiudere e ora invece sembra a tutti un tesoro. Il gas del Mugello fece gola pure a Benito Mussolini che diete vita al metanodotto. Una infrastruttura che serviva Firenze e Bologna. Quelle tubature esistono ancora, ma oggi ci passa dell’altro gas. Invece il metano del Mugello è stoccato da Hera che lo usa per rifornire alcuni comuni limitrofi.
I ventisei pozzi di Pietramala
C’è un grande impianto in cima alla collina. E in tutta Pietramala ci sono ben ventisei pozzi. La produzione è limitata ma continua. E dato che nessuno ha mai chiesto quel metano, gli abitanti dell’Alto Mugello lo usano per i fatti loro. Lo utilizzano per il distributore per le auto, e in parte lo stoccano nella rete del metanodotto. A quanto pare oggi si estraggono grossomodo millecinquecento metri cubi al giorno, e nell’impianto lavorano solo tre operai e un dirigente.
Eppure alla tranquilla comunità locale non piace che sempre più persone da Firenze o dall’Emilia arrivino in cima al paese per rifornirsi al distributore. Il gas porta ricchezza ma porta anche problemi… Dopotutto ci troviamo in una cittadina collinare, più adatta al turismo e all’escursionismo che ai commerci energetici.