In Botswana i geologi hanno trovato un minerale ricercato da anni. Sarebbe uno dei principali materiali a garantire gli scambi di calore all’interno del mantello terrestre. I diamanti lo avrebbero protetto dopo molti anni.
Dopo decenni di ricerche, incastonati in un diamante proveniente da una miniera africana, si sono trovate tracce di questo minerale prezioso.
Meglio i diamanti o i minerali?
Incastonati in un diamante proveniente da una miniera africana, i ricercatori hanno scoperto granelli di davemaoite, un minerale che non può esistere alle condizioni superficiali, ma che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel regolare il calore negli strati più profondi della Terra. Oliver Tschauner, geochimico dell’Università del Nevada, insieme al suo team ha fatto la scoperta, individuando questo minerale per la prima volta.
La davemaoite è costituita da silicato di calcio e i geologi l’hanno trovata in una miniera in Botswana. Il materiale è riuscito a conservare la sua forma ad alta pressione, nonostante un viaggio di 660 chilometri dalle profondità. In particolare, la davemaoite è uno dei tre minerali principali del mantello inferiore, ed è l’unico che contiene uranio e torio. Le sue particolari caratteristiche fisico-chimiche e la sua struttura cristallina rendono questo minerale in grado di eliminare gli isotopi che generano calore attraverso il decadimento radioattivo.
La davemaoite preziosa come i diamanti
La davemaoite potrebbe ricoprire un ruolo fondamentale per capire il modo in cui il calore viaggia attraverso gli strati più profondi della Terra, ma anche per comprendere come si muove dal mantello verso la crosta. Questo è importante per studiare processi geologici come la tettonica delle placche. Ma com’è possibile che questo minerale, conservato a centinaia di chilometri dalla superficie terrestre, sia arrivato fino al team di ricercatori statunitensi?
In realtà tutto è partito dal diamante verdastro a forma ottaedrica, trovato almeno trent’anni fa in Botswana, nella miniera di Orapa, la più grande miniera di diamanti a cielo aperto del mondo. Dopo la scoperta, il diamante è stato venduto a George Rossman, un mineralogista del California Institute of Technology di Pasadena, e poi è finito nelle mani di Tschauner, che ha voluto indagare la presenza al suo interno di eventuali minerali appartenenti agli strati più profondi della Terra.
Cosa dicono le analisi?
Gli scienziati hanno analizzato il diamante con tecniche di diffrazione a raggi X, trovando inclusioni ricche di calcio e silicio. Sebbene la maggior parte dei diamanti, infatti, si formi tra 120 i 250 chilometri sotto terra, quelli della varietà cosiddetta super-profonda nascono proprio nel mantello inferiore. Pertanto, il minerale è arrivato fino a noi grazie alla conservazione all’interno del diamante che ha mantenuto le inclusioni ad alta pressione.
L’analisi strutturale e chimica del minerale ha inoltre mostrato che è in grado di ospitare un’ampia varietà di elementi, tra cui anche il potassio. La presenza di questo elemento potrebbe essere la chiave per trovare altri diamanti che contengano tracce di davemaoite. Il prossimo passo dei ricercatori, quindi, sarà quello di cercare altri diamanti super-profondi in aree geologiche ricche di potassio. La davemaoite, intanto, è stata ufficialmente riconosciuta come un nuovo minerale naturale.