Giovanna di Trastamara, conosciuta come la Pazza, è stata, almeno nominalmente, regina di Castiglia dal 1504 e di Aragona dal 1516. Vittima degli intrighi familiari, la donna non riuscì mai a sottrarsi alle decisioni di suo padre, che la fece dichiarare malata di mente, la estromise dal governo e la rinchiuse in una fortezza per decenni nel più stretto isolamento.
Per quasi cinquant’anni, la legittima sovrana di Spagna rimase confinata in un palazzo lontano dai centri di potere, a causa di una presunta infermità mentale. Ma esiste l’ipotesi di una cospirazione per far salire al trono il figlio Carlo, futuro imperatore Carlo V.
La bellezza di Giovanna
Giovanna era bella già da bambina, con i suoi capelli rossi, la pelle chiara, il naso sottile e il suo dolce viso ovale. Aveva un temperamento molto riservato, forse conseguenza della rigidissima educazione religiosa imposta dalla madre Isabella alle figlie. Da piccola era spesso nervosa e malata, ma non remissiva: intelligente e tenace, pare mettesse in discussione i doveri regali, subendo per questo le punizioni materne ma senza retrocedere dalla sua posizione.
Crescendo diventò ancora più bella, ma i cortigiani la giudicavano eccessivamente timida e distaccata rispetto all’alone di sfarzo e potere emanato dai genitori. Giovanna impara il latino, balla con eleganza e sa suonare il clavicordo e la chitarra. Nel 1497, all’età di diciassette anni, si trasferì nei Paesi Bassi per sposare l’arciduca d’Austria, Filippo il Bello, erede dei casati di Borgogna e Asburgo. Da questa unione nacquero sei figli.
Il matrimonio di Giovanna
L’unione era inizialmente molto felice, Giovanna era sinceramente innamorata del giovane e affascinante Filippo, che però non la corrispondeva con la stessa intensità. Lui, infatti, tornò presto alla sua vita di sempre, basata sul tiro con l’arco, la caccia e il gioco delle carte. Il principe era pigro, irresponsabile e amante delle donne, inoltre la corte fiamminga isolò la principessa straniera che diede libero sfogo a scenate di gelosia per le infedeltà del marito. Una serie di circostanze misero Giovanna al centro dei giochi: morirono a poca distanza la sorella Isabella, figlia prediletta della madre, e il fratello Giovanni e lei, da terza in linea di successione, nel 1500 divenne erede al trono.
Giovanna e il marito lasciarono le Fiandre alla volta della Spagna, dove arrivarono nel 1502 e vennero accolti in maniera gelida dai suoceri. Questi erano ancora addolorati per la morte dei figli maggiori e palesemente infastiditi dalla sfacciataggine di Filippo, desideroso di prendere il potere prima possibile in nome della moglie. Al tempo nulla metteva in discussione la capacità di Giovanna di regnare. Il suo imprevedibile temperamento era di dominio pubblico, ma veniva considerato un tratto ereditato dall’ingombrante madre, a sua volta predisposta ad attacchi di malinconia. Quando Giovanna e Filippo tornarono in Spagna, Isabella dispose tutto affinché le corti di Castiglia riconoscessero sua figlia come legittima erede al trono.
Le prime avvisaglie di pazzia
Anche in territorio iberico Filippo continuò ad avere altre relazioni e Giovanna continuò a non tacere. Le sue scenate, però, vennero sfruttate dal padre Ferdinando per insinuare che fosse una donna mentalmente instabile, e quindi inadatta a salire al trono come regina. Dopo essersi ammalato di morbillo, Filippo tornò nelle Fiandre nel dicembre 1502, lasciando indietro la moglie incinta, su volere della madre Isabella che voleva proteggere la figlia.
Nell’aprile 1504 Giovanna riuscì finalmente a tornare nelle Fiandre, solo per scoprire che il marito aveva un’amante fissa. Seguirono delle scenate di gelosia folli e aggressioni al personale di corte, con il ricorso persino a filtri d’amore per riconquistare il marito, su suggerimento delle sue serve moresche. Nel novembre dello stesso anno morì la regina Isabella e Giovanna e il marito dovettero tornare a Castiglia per assumere la reggenza. Una volta lì, però, Filippo si accordò con il suocero estromettendo la moglie dalle decisioni di governo. Gli accordi tra i due, comunque, franarono presto.
Dopo la morte di Filippo
Nel settembre del 1506 Filippo morì improvvisamente e per Giovanna la vita cambiò radicalmente. Era distrutta dal dolore e ordinò che il corpo del consorte venisse imbalsamato per poterlo trasportare e, benché incinta per la sesta volta, rimase accanto al feretro nel lungo tragitto dalla Spagna alle Fiandre. Il padre Ferdinando, a quel punto, ne approfittò, facendola dichiarare pazza e appropriandosi della reggenza: la fece chiudere sotto sorveglianza dal 1509 a Tordesillas, dove nacque l’ultima figlia Catalina.
Alla morte del padre nel 1516, fu il figlio Carlo a salire al trono, riunendo in un unico impero mezza Europa e arrivando dai Paesi Bassi senza praticamente conoscere lo spagnolo. Fece subito visita alla madre e alla sorellina sconosciuta, visita dettata non dall’affetto, ma dalla necessità di sincerarsi della reale neutralità di Giovanna. Lasciò invariata la sua prigionia, giudicando la cosa più conveniente per la pace nel regno. Temuta dal padre, dal marito e dal suo stesso figlio, Giovanna muore il 13 aprile 1555 dopo quasi 46 anni di reclusione.