I vampiri sono ancora tra noi | Alla ricerca della conferma scientifica del vampirismo

Il vampirismo non fu solo un fenomeno folkloristico e culturale. Ci sono stati tempi in cui i vampiri furono studiati “scientificamente”. Molti medici e fisiologi del passato si applicarono al problema, per cercare di spiegare il vampirismo: una vera e propria epidemia temuta fino a metà Ottocento.

Vampiri e non morti hanno popolato per secoli gli incubi di popoli e comunità rurali. Specie nell’Europa centrale e dell’Est, dove i fenomeni di vampirismo sembravano incontrollabili. Ma in che modo la scienza ha interpretato queste figure?

Vampirismo e giustificazioni scientifiche. Attenzione ai vampiri! (wikipedia) – curiosauro.it

Il vampirismo: dalla leggenda alla scienza

La credenza nei vampiri non inquietava solo il volgo incolto. La storia ci fornisce rapporti ufficiali di giudici, decreti di monarchi illuminati, testimonianze di chirurghi, preti e studiosi. Anche tra gli scettici illuministi c’era chi pensava che il vampirismo non fosse solo un’assurda superstizione popolare.

A metà Settecento il monaco benedettino Agostino Calmet scrisse un’opera intitolata Dissertazioni sopra le apparizioni de’ spiriti e sopra i vampiri. Il testo ebbe una diffusione enorme. Calmet raccoglieva nel suo libello numerosi casi di vampirismo e descriveva questi esseri mostruosi come morti che tornavano in vita per molestare e tormentare la brava gente. Unica soluzione: disotterrarli, infilare un paletto nel loro cuore, tagliar loro la testa, strappare il cuore e magari bruciarli.

Molti cronisti parlano di inchieste pubbliche volute da governanti e monarchi. Quando il popolo cominciava a inquietarsi per la sospetta presenza di un vampiro, le autorità indagavano. Si davano da fare interpellando medici e scienziati. Spesso dissotterravano decine di morti, per cercare prove che permettessero di identificare dei vampiri. E succedeva che questi esperti si ritrovassero di fronte a cadaveri non decomposti. Così, il più delle volte, la mancata decomposizione del cadavere veniva considerata come uno indizio inequivocabile della trasformazione di un defunto in vampiro…

Morti non decomposti e vampiri

Come bloccare un sospetto vampiro? (wikipedia) – curiosauro.it

Non sappiamo come sia nato l’antico mito dei vampiri. Sappiamo però in che modo queste figure furono fraintese nell’Ottocento, quando preti, medici e scienziati si convinsero della loro esistenza. Di fatti, tutti questi interpreti non conoscevano il processo di decomposizione. Si inquietavano quando i cadaveri essudavano sangue dalla bocca. In più, all’epoca mancavano ancora procedure sicure per accertare con esattezza la morte. E quindi non erano rarissimi i casi di persone sepolte vive. Dopo la riesumazione, si scoprivano cadaveri che si erano mossi. Tutto ciò faceva pensare a individui tornati in vita dall’oltretomba. Ecco perché il vampirismo, per un certo numero di anni, ha goduto anche di pseudo-giustificazioni scientifiche.

Un caso del genere inquietò anche l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, che dovette riconoscere prima in Slovenia e poi in Ungheria casi di sospetto vampirismo. I suoi investigatori, in seguito alle denunce della popolazione, avevano infatti trovato cadaveri non decomposti.

Gli esperti interpellati dall’imperatrice fornirono tre spiegazioni. Il fatto che un corpo non si decomponga poteva essere il risultato di una mummificazione naturale, che avviene in ambienti caldi e asciutti, o di una saponificazione, che invece si verifica quando il cadavere è esposto a condizioni di freddo e umidità. La terza spiegazione era che il vampirismo potesse essere una malattia del sangue, che si conservava attivo anche dopo la morte. Oggi sappiamo che le prime due teorie erano corrette, e che la terza era una sciocchezza. Ma per sicurezza l’imperatrice concesse ai sudditi il permesso di offendere i cadaveri con paletti nel cuore e decapitazioni.

In tutta l’Europa dell’Est, dalla Croazia alla Russia gli archeologi hanno scoperto centinaia di cadaveri con paletti nel cuore o decapitati. Questa usanza andò avanti per secoli. E in molte zone della Romania e dell’Ungheria il vampirismo è una suggestione ancora viva nella popolazione.

In Grecia e in Macedonia fino all’inizio del Novecento si svolgevano spedizioni anti-vampiri. Preti e fedeli scoperchiavano le tombe dei sospetti vampiri e procedevano all’impalazione e alla decapitazione del cadavere.

Saponificazione

Con il processo di saponificazione gli acidi grassi si trasformano in un composto ceroso simile al sapone. Questo composto ricopre il cadavere evitandone la putrefazione. Un corpo che subisce un’alterazione simile può quindi conservarsi benissimo e non essere coinvolto dal rigor mortis.

Vi era poi un altro sospetto che faceva parlare di vampirismo. Quando si riesumavano i cadaveri, poteva capitare che questi presentassero delle macchie di sangue sul corpo o intorno alla bocca. Ma anche questo fenomeno ha una spiegazione fisiologica. Il sangue può restare fluido anche dopo la morte, col freddo, anche per più di tre o quattro giorni. E può essere rilasciato dal corpo. Così come ogni cadavere si “svuota” della maggior parte dei liquidi interni. Si tratta di un’emorragia post mortem dovuta a un trauma, magari proprio durante la sepoltura o il dissotterramento.

Ancora oggi antropologi, storici e psicologi cercano di affrontare il problema del vampirismo con approccio scientifico. Vogliono capire come si sono sviluppate certe superstizioni e come mai sono ancora presenti in certe regioni del mondo.

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