Le sanzioni sono una pratica politica molto, molto più antica di quel che sembra. Secondo alcuni storici la loro origine potrebbe risalire almeno al 432 a.C., ovvero al momento in cui Pericle emanò il noto decreto contro Megara (o megarese). Di cosa si trattava?
Non sempre la guerra è la soluzione più indicata per far male ai propri avversari. Pericle lo sapeva bene, e infatti varò una serie di severissime misure economiche restrittive per punire la vicina Megara. Ci troviamo di fronte alle prime grandi sanzioni della storia…
Siamo all’inizio del IV secolo a.C., e i Greci venivano dalla grande vittoria nelle guerre persiane. Le polis della penisola ellenica erano però divise. Da un lato c’era la Lega peloponnesiaca guidata da Sparta, dall’altro la Lega delio-attica, sotto il comando di Atene. E, come sappiamo, in questa fase Atene cominciò a imporsi come uno dei centri più importanti del mondo antico. Una vera e propria potenza politica ed economica imperialista. Gli ateniesi erano ricchi, controllavano i mari, dettavano legge a livello commerciale e vivevano nella città culturalmente più importante del Mediterraneo.
Nel 431 a.C. ebbe poi l’inizio della Guerra del Peloponneso. E tra le cause di questo scontro fra le polis si pose il decreto di Megara, varato nel 432 a.C.. Parliamo dell’atto con il quale Pericle volle sanzionare gli abitanti e i commercianti megaresi, per escluderli dal mercato ateniese. Ma cosa avevano fatto i megaresi per meritarsi queste sanzioni? Diciamo che Atene e Megara non erano mai andate particolarmente d’accordo…
Megara è una città dorica situata sull’istmo di Corinto, più o meno a una cinquantina di chilometri da Atene. Storicamente era sempre stata vicina agli spartani, ma poi nel 461 a.C. la città dorica entrò nella lega ateniese. Per questo motivo scoppiò la Prima guerra del Peloponneso (460-445 a.C.). Un conflitto non così drammatico per la storia greca, che si concluse con la pace dei trent’anni. Questa pace sancì il ritorno di Megara nella sfera d’influenza spartana.
Pare che gli abitanti di Megara avessero coltivato terre di confine consacrate alla dea Demetra, e poi avessero ucciso un araldo ateniese. Ma ovviamente questi erano motivi formali. Le reali intenzioni di Atene erano quelle di punire una città troppo amica di Sparta e di conquistare uno dei suoi porti: quello di Saronico.
A parlarci diffusamente del decreto megarese è La Guerra del Peloponneso di Tucidide, ma purtroppo non disponiamo del testo originale di quell’editto. Ciò che sappiamo è che Megara fu affamata dal decreto. I megaresi non potevano più usufruire dei porti del dominio ateniese e intrattenere scambi commerciali con l’Attica. La crisi fu tale che gli spartani minacciarono gli ateniesi: o abrogavano la disposizione presa ai danni di Megara o sarebbe stata guerra.
Atene non cancellò le sanzioni. Anzi, le inasprì fino a trasformarle in un vero e proprio embargo che causò una carestia. Per via della sua posizione strategica e la sua tradizione economica, Megara era una polis basata sul commercio. Senza mercato era finita…
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