Charles Perrault, scrittore francese del 600, adattò molte delle fiabe più famose della letteratura di quel genere. Lo fece perché, in realtà, i testi erano molto più macabri e sconcertanti di come li conosciamo noi: più simili a vicende di cronaca nera che a favole per bambini.
Le fiabe che conosciamo fin da piccoli non hanno avuto sempre un lieto fine. Per esempio, Cappuccetto rosso o la bella addormentata nel bosco, dai racconti che circolavano anche oralmente, avevano versioni molto differenti da quelle attuali.
Chi era Perrault?
Nasce a Parigi il 12 gennaio 1628, da una facoltosa famiglia molto vicina alla Corte di Francia. Pierre Perrault, il padre, era avvocato al parlamento di Parigi. Il fratello Claude medico ed architetto. Charles aveva anche un fratello gemello, François, che però morì a soli sei mesi. Si laureò in legge dedicandosi, in seguito, ai servizi statali. Dopo essere stato membro per alcuni anni dell’Accademia francese, nel 1665 ottenne un posto alla corte di Luigi XIV grazie alla raccomandazione dell’influente ministro Jean-Claude Colbert. Il suo lavoro consisteva principalmente nel redigere documenti ufficiali, ma il re teneva in gran conto i suoi consigli, al punto che parte dell’iconografia del palazzo di Versailles deriva dai suggerimenti di Perrault.
La sua produzione letteraria riguardante l’ambito favolistico sopraggiunge all’età di 55 anni, nel 1680: è questo l’anno in cui, infatti, pubblica la sua raccolta di fiabe più famosa sotto l’appellativo di I Racconti di Mamma Oca. La pubblicazione di quest’opera avvenne utilizzando il nome del suo terzo figlio allora diciannovenne: si disse che Perrault utilizzò questa tecnica per salvare il ragazzo da una cattiva reputazione. Pare, infatti, che avesse ucciso il figlio dei vicini di casa. Il successo fu travolgente: un nuovo genere letterario, la fiaba, era nato grazie a lui.
Perrault e i racconti macabri
L’edizione originale conteneva otto racconti: La bella addormentata nel bosco, Cappuccetto rosso, Barbablù, Il gatto con gli stivali, le fate, Cenerentola o la scarpetta di cristallo, Enrichetto dal ciuffo e Pollicino. Nelle edizioni seguenti se ne aggiunsero altri tre: la pazienza di Griselda, I desideri inutili e Pelle d’asino. Nessuna di queste storie era originale ma Perrault fu il primo a dargli una forma canonica, oltre a edulcorare molti dettagli originariamente abbastanza macabri. Infatti lo scopo dei racconti popolari era quello di dare una lezione morale o avvertire di un pericolo, ma spesso veniva fatto in maniera estrema e certamente non adatta ai bambini.
Perrault, pur omettendo certi dettagli scabrosi, dichiarò nello stesso libro di voler mantenere il valore moralizzante delle fiabe, che sarebbe risultato attenuato se le storie fossero state troppo felici. In molti casi si trattava di spaventare i bambini, mostrandogli le conseguenze estreme in cui sarebbero potuti incorrere comportandosi in modo imprudente. Doveva arrivare la penna dei fratelli Grimm perché queste storie cominciassero ad assomigliare a quelle che oggi consideriamo racconti per bambini.
Il macabro dei racconti
Ma come erano veramente le storie originali della fiabe edulcorate da Perrault? Vediamo qualche esempio, partendo dal gatto con gli stivali. Questo, malgrado gli imbrogli che commetteva nella versione canonica, nella storia originale era molto più ingrato, e coglieva qualunque occasione per approfittare della gente. Nella storia di Cappuccetto rosso, invece, il lupo non si mangiava soltanto la nonna ma anche la bambina; Perrault mantenne questo finale drammatico, ma eliminò un dettaglio ancor più macabro, quello della carne della nonna fatta mangiare alla nipote.
E anche se oggi si può criticare il principe de La bella addormentata per averla baciata mentre dormiva, il racconto originale era assai peggiore. La storia narra, infatti, che la ragazza venne violentata e messa incinta da un re. Partorì due gemelli e, quando la moglie del sovrano lo scoprì, ordinò che i piccoli fossero scorticati e serviti come pranzo in tavola al marito. Perrault scelse di scrivere versioni meno sanguinose, anche se comunque non propriamente adatte a dei bambini. Per esempio, ne I racconti di Mamma Oca, Cappuccetto rosso viene comunque divorata dal lupo, invece la Bella addormentata si salva dalla violenza risvegliandosi da sola, anche se i suoi figli corrono comunque il rischio di finire in pentola per via della gelosia che la suocera nutriva verso di lei.