Nella Serranía de La Lindosa, in Colombia, si conservano reperti e migliaia di graffiti antichissimi. Qualcuno definisce una grotta in particolare di questo complesso come la Cappella Sistina rupestre. Ma a che epoca risalgono tali testimonianze? Gli archeologi parlano di pitture di dodicimila anni fa… Eppure qualcuno pensa che siano molto più recenti.
E se i graffiti della Cappella Sistina rupestre colombiana fossero molto più recenti di quanto stimavamo?
A che epoca risalgono le pitture della Cappella Sistina rupestre?
Dopo una nuova analisi delle pitture della Cappella Sistina rupestre, in Colombia, gli storici dibattono sulla vera datazione delle pitture. Per capirci qualcosa, dobbiamo comprendere a fondo che cosa rappresentano. Dobbiamo insomma chiederci quali animali vi sono raffigurati.
Gli archeologi stimano che le grotte della Serranía de La Lindosa siano state abitate per diversi millenni dai gruppi indigeni della regione. Si trattava insomma di un rifugio rupestre. Ecco perché abbiamo ritrovato migliaia pitture rupestri. Gli studiosi hanno svolto vari scavi, presso i siti di Cerro Azul, Angosturas II, Limoncillos e Cerro Montoya, stabilendo che la regione è popolata da almeno 12.600 anni. Questa supposizione nasce anche dal contenuto di alcune pitture, dove appaiono degli animali sconosciuti: come bradipi giganti e gonfoteri.
Un nuovo reperto trovato nella Serranía de la Lindosa, presso la cosiddetta Cappella Sistina rupestre, sembra appunto raffigurare proprio una megafauna perduta, vissuta alla fine dell’ultima era glaciale in Amazzonia.
José Iriarte, archeologo all’Università di Exeter, crede fermamente che gli animali rappresentati sul grande dipinto rupestre appartengano a specie estinte della megafauna dell’ultima era glaciale. Stiamo parlando della fine del Pleistocene, cioè di circa 12.000 anni fa. Lo dimostrerebbero le immagini del bradipo gigante e di un gomfoterio, ossia un antenato dei moderni elefanti.
Tanti altri esperti, però, credono che le pitture siano molto più recenti. I gomfoteri del dipinto sarebbero altri animali mal disegnati. E il bradipo apparirebbe gigante per un cattivo uso della prospettiva.
Anche Fernando Urbina e Jorge Peña, archeologi all’Università nazionale della Colombia, non sono d’accordo con la datazione che rimanda al Pleistocene. Anzi, sostengono che i graffiti siano successivi al XV secolo, ossia all’arrivo degli Spagnoli. Molte scene rappresentate dal dipinto rupestre potrebbero raffigurare animali introdotti dagli europei… Ciò spiegherebbe l’ottima conservazione del dipinto.
E la scienza cosa ne pensa?
Paul Tacon, professore di archeologia e antropologia alla Griffith University in Australia, si schiera dalla parte di Iriarte. Secondo lui ci sono diverse prove a sostegno del fatto che queste pitture rupestri rappresentino specie estinte della megafauna di fine Pleistocene.
Ovviamente, per fugare ogni dubbio occorrerà intervenire scientificamente. Come? Con una datazione al carbonio, per esempio. E questo sarà fatto nei prossimi anni.