Vi siete mai domandati perché l’essere umano si sia evoluto perdendo gran parte dei peli corporei e conservando, al contempo, una folta chioma? Un nuovo studio sui primati cerca di capire se il clima, le dimensioni corporee e le capacità percettive delle specie possono aver influenzato l’evoluzione dei capelli… C’entrano i lemuri!
Studiando i lemuri e altri primati, alcuni studiosi hanno cercato di comprendere i meccanismi che determinano la variazione dell’aspetto e dello sviluppo delle chiome in varie popolazioni selvatiche.
Ciò potrebbe aiutarci anche a capire come e perché si sono evoluti i capelli umani? Difficile dirlo… Ma la ricerca rivela comunque molti punti interessanti.
Evoluzione dei capelli umani e lemuri
I ricercatori del Primate Genomics Lab della George Washington University hanno studiato dai vicino alcuni lemuri della specie Indriidae. In base a queste osservazioni hanno analizzato tutti i principali fattori che determinano la variazione dei capelli in una popolazione selvaggia. In particolare, i ricercatori hanno studiato l’impatto del clima, delle dimensioni corporee degli individui e della visione dei colori. Tutte queste variabili dovrebbero influire sull’evoluzione dei capelli dei lemuri.
Secondo questa ricerca, pubblicata sull’American Journal of Biological Anthropology, i lemuri Sifaka, originari del Madagascar, rivelano una capigliatura più folta quando vivono in ambienti asciutti e aperti. Lo stesso dovrebbe essere successo ai primi esseri umani: questi peli sulla testa sono cresciuti per proteggere il cranio dai forti raggi solari. I lemuri nelle regioni più fredde, poi, hanno maggiori probabilità di avere i capelli scuri. E questa è la prima prova che vale anche nei mammiferi un modello classico in natura chiamato regola di Bogert. Secondo questa regola i colori scuri potrebbero aiutare con la termoregolazione poiché aiutano ad assorbire il calore dai raggi solari. Invece, i lemuri dai ciuffi rossi si trovano tra quelle popolazioni di primati che possiedono una migliore percezione dei colori.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Gli scimpanzé curano le ferite esterne con impacchi di insetti
Questa ricerca getta un po’ di luce sull’evoluzione dei capelli. Ma non ci aiuta più di tanto sul tema specifico dell’evoluzione dei capelli umani. Questo argomento rimane perlopiù un mistero per gli evoluzionisti e i biologi. Non abbiamo infatti tracce dei capelli degli uomini primitivi: i i capelli non si fossilizzano. I lemuri, invece, ci dicono di più. E sono degli individui per molti versi simili agli uomini, perché abitano le stesse zone che abitavano i primi Sapiens e perché anche loro vivono in posizione eretta.
Biologia comparativa
Lo studio dei peli e delle capigliature di questi lemuri, quindi, può fornire un contesto comparativo molto utile per capire come si sono verificate variazioni di questo tipo anche nei capelli umani. Quando l’uomo è passato allo stato di animale eretto, ha perso i peli su gran parte del corpo, proprio perché non era più esposto direttamente al sole. Ma la pelle della testa, invece, ha allungato il ciclo di crescita (anagen) dei peli di quella zona precisa.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Capelli bianchi: colpa dei melanociti
Da anni la biologia crede che i capelli siano una caratteristica importante per l’evoluzione. Senza i capelli i primati non si sarebbero differenziati e non si sarebbero evoluti nel migliore dei modi. I capelli, lo sappiamo, servono a tante cose: alla termoregolazione, alla protezione, per esempio. Ma sono utili anche al camuffamento e alla segnalazione.