Che cos’è la talassofobia? È corretto difinirla come una semplice e generica paura del mare? Nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), tale condizione fobica è inserita fra i disturbi d’ansia.
Possiamo, con un azzardo di generalizzazione, inquadrare la talassofobia come la paura del mare. Ma, ovviamente, ci sono diversi gradi e numerose fenomenologie dietro questa fobia.
C’è chi si rifiuta di entrare in mare per farsi un semplice bagno, chi ha paura di stare in barca, chi teme di annegare e chi rifugge le profondità…
Talassofobia: un terrore dalle molteplici cause
La paura del mare e della navigazione è spesso connessa al sentimento di impotenza o al terrore provocato dal non sapere cosa ci sia negli abissi. Dunque non esiste una diagnosi certa della paura chiamata talassofobia, e fino a oggi non sono stati condotti studi precisi a riguardo. Come mai? Innanzitutto perché è complicato analizzare dal punto scientifico il contesto delle fobie, che sono quasi sempre soggettive, mutevoli e connesse a molteplici cause. Come anticipato, nel DSM la talassofobia è inserita nei disturbi d’ansia. Si guarda più all’effetto del terrore che non al motivo.
Questa paura può essere ancestrale e apparentemente scollegata da cause evidenti. Il che suona parecchio strano, dato che l’essere umano si sviluppa come feto nel liquido amniotico, che è a tutti gli effetti un bacino d’acqua. Le cause della talassofobia, in genere, possono anche collegarsi a eventi traumatici: brutte esperienze, suggestioni formatesi attraverso racconti e sogni, connessioni emotive con altri soggetti affetti da traumi specifici. Molti fra i superstiti del Titanic, tanto per capirci, svilupparono una fobia nei confronti della navigazione o del mare.
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Ma ci sono anche molte persone che rispondono con crisi di ansia generalizzate a un evento stressante scollegato dal contesto. In pratica, c’è chi sviluppa questa paura in base a fragilità indipendenti da traumi specifici.
Sintomi e terapia
In quanto disturbo d’ansia, la talassofobia si esprime attraverso manifestazioni somatiche simili a un attacco di panico. Il soggetto sperimenta angoscia, tachicardia, sudorazione, tachipnea, mal di pancia…
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Si tratta nella maggior parte dei casi di un disturbo lieve che non richiede alcun tipo di trattamento. Ovviamente il soggetto affetto da talassofobia può evitare questi attacchi di panico rimanendo lontano da specchi d’acqua e rifuggendo le situazioni limite. Se è necessario superare questa fobia, l’approccio più indicato è quello psichiatrico. Nel caso si debba passare a una cura psicoterapeutica, di norma vengono prescritte benzodiazepine, cioè tranquillanti ad azione sedativo-ipnotica impiegati a piccoli dosaggi nella prevenzione della crisi di ansia.