Adoperare il nucleare è un metodo che permette di produrre energia elettrica. Ma come vengono smaltite le scorie radioattive? Ebbene vengono “confezionate” in speciali contenitori e poi poste in luoghi sicuri. Ma quanti anni occorrono per lo smaltimento totale? Si stima all’incirca 25 mila anni. E i rischi? Dipende. Una novità: ci sarebbe un’ ipotesi alternativa in campo.
Un metodo che prevede di ridurre in circa mezz’ora le scorie nucleari. Si tratta di una nuova metodologia spiegata dal Premio Nobel per la fisica, Gérard Mourou, proprio durante la cerimonia di assegnazione. Si passerebbe così a superare un problema che ha messo tanti Stati in dubbio sull’uso o meno dell’energia nucleare.
Il sistema nucleare per la produzione di tale energia è infatti non adoperato da tutte le nazioni, l’Italia stessa nutre ancora molti dubbi sulla reintroduzione di delle centrali nucleari.
Laser per ridurre il tempo di radioattività delle scorie
Una svolta che porterebbe ad adoperare l’energia nucleare con un respiro di sollievo in più. I rischi legati a questa tecnologia sono molti. La radioattività di tali rifiuti è il cruccio principale insieme all’assenza, almeno in Italia, di un idoneo sito di stoccaggio delle scorie e i costi ad esso correlati. Il Premio Nobel per la fisica, Gérard Mourou ha però messo i campo una nuova metodologia per la gestione degli scarti. Si tratterebbe di usare i laser per portare a circa 30 minuti il tempo di radioattività delle scorie. Il nuovo processo viene definito dal fisico con il termine “trasmutazione”.
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Trasmutazione attraverso acceleratori di particelle
La trasmutazione dei rifiuti nucleari avverrebbe attraverso acceleratori di particelle. Le scorie sarebbero sottoposte attraverso questo particolare processo che muta la materia di rifiuto nucleare radioattiva rendendola sempre meno radioattiva.
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Questo processo – che sprigionerebbe energia – sarebbe in grado di ridurre la radioattività delle scorie a 30 minuti. Una tecnologia che ha come scopo la riduzione dei rischi legati al nucleare.