Rostam è un eroe della mitologia persiana. Un vero e proprio Ercole, noto per aver superato sette prove sovrumane (le sette fatiche) ed essere sopravvissuto a tragedie morali e a eventi assai nefasti. Non abbiamo quindi a che fare con un mero guerriero, ma con un vero e proprio campione dell’esistenza.
In Iran, il mitico Rostam viene celebrato come il più potente dei paladini e dei santi guerrieri. La sua storia dovrebbe essere ambientata all’epoca dell’impero dei Parti, ma le sue avventure cominciarono a circolare in forma scritta solo attorno al X secolo, quando il poeta Ferdowsi lo rese protagonista del suo capolavoro Shahnameh, il Libro dei Re.
Un eroe umano
Rostam cavalcava il leggendario stallone Rakhsh e in battaglia indossava un abito speciale chiamato Babr-e Bayan. Era il figlio di Zal e Rudaba (principessa di Kabul) e, secondo la tradizione, fu il primo uomo a nascere con un parto cesareo (in Iran questo parto si chiama appunto Rostamzad). Addestrato alla guerra, il giovane si fa subito notare affrontando un elefante impazzito e uccidendo un’orsa con un bastone.
Suo padre, poi, lo manda a salvare il re Kay Kāvus che è stato catturato dai Div, cioè da dei mostruosi demoni, di Mazandaran.
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Il più grande eroe iranico: Rostam
Molte delle gesta di Rostam si sovrappongono a quelle di Surena, il parto che nella battaglia di Carrhae sconfisse Licinio Crasso. Come abbiamo detto, Rostam potrebbe in effetti appartenere a quell’epoca. In più, il personaggio storico (cioè Surena) potrebbe aver contaminato il racconto del mito (Rostam), o viceversa. L’etimologia del nome Rostam rimanda alle parole persiane Raodh e Takhma, ossia crescita e coraggio.
I testi mitologici e poetici ci parlano di un uomo altissimo e dal corpo possente. Dopo aver vissuto la propria giovinezza a corte, l’eroe decise di avventurarsi con il suo cavallo luccicante Rakhsh nel deserto e sugli altopiani, per incontrare il proprio destino. Così si rende protagonista di sette fatiche, come Ercole.
Le sette fatiche dell’eroe
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Durante la prima fatica affronta un leone. Subito dopo, nella seconda prova, lui e il cavallo Rakhsh attraversano indenni il deserto. Nella terza, l’eroe uccide un gigantesco drago. Giunto alla quarta fatica, affronta e sconfigge una strega. Nella quinta, punisce il Signore dei Cavalli di Olad, eroe di Mazani.
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Durante la sesta Rostam combatte il castellano di Div-e Sepid, sconfigge un potente demone e ottiene la chiave per accedere alla rocca del capo dei Div. Nella settima, il grande paladino affronta Div-e Sepid (un mostro potentissimo) e libera il Mazandaran (regione bagnata dal Mar Caspio), donando il regno all’amico Olad.
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Ma, come anticipato, il nostro paladino è soprattutto un eroe tragico. La sua storia è piena di sciagure. A un certo punto combatte e uccide suo figlio, Sohrab, senza riconoscerlo. Ammazza un altro paladino suo amico, cioè Esfandiyār, sempre per sbaglio. Infine, viene ucciso dal fratellastro Shaghad. La fine è assai amara: l’eroe viene gettato a tradimento in un pozzo pieno di lance avvelenate.