La Russia, più o meno velatamente, ha minacciato negli ultimi giorni USA ed Europa. Se non vi date una calmata, sembrano voler intendere i russi, la stazione spaziale potrebbe crollarvi in testa, dato che è la Russia ad occuparsi della sua stabilità orbitale… Ma è davvero così, la stazione rischia di cadere?
Tutti dicono che le sanzioni contro la Russia potrebbero mettere in pericolo la ISS, ovvero la stazione spaziale internazionale. A far tremare il mondo sono state soprattutto alcune dichiarazioni di Dmitry Rogozin, direttore responsabile dell’agenzia spaziale russa Roscosmos. Il direttore avrebbe affermato come le sanzioni internazionali messe in campo dopo l’invasione dell’Ucraina potrebbero bloccare il lavoro russo sull’ISS.
E, come sappiamo, i russi gestiscono non soltanto molti dei lanci dei razzi che riforniscono la stazione spaziale internazionale ma sono anche al comando delle operazioni che la mantengono in orbita. Siamo quindi a rischio? La risposta è no.
Prima di tutto, è necessario dire che la stazione spaziale internazionale, in teoria, è in una fase continua di caduta. Quindi non rischia di cadere: la forza centrifuga ne garantisce la stabilità dell’orbita, ma con l’aiuto sporadico di alcuni motori (controllati appunto dai russi). In più, la NASA sa già come intervenire in caso di guasti ai motori o interruzione delle procedure orbitale. C’è già un piano stabilito per la dismissione della ISS. Infatti, entro il 2031, la stazione sarà svuotata e smantellata. La grande stazione orbitante, attiva dal 1998, ha già fatto troppo, ed è arrivato il tempo di sostituirla…
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Le affermazioni di Rogozin sono quindi poco verosimili? Sì. Innanzitutto, Rogozin non ne capisce molto di astronomia. Non è uno scienziato: è un politico. Non sa per esempio che la ISS si trova a quattrocento chilometri di altezza, dove l’atmosfera è molto tenue ma rivela un discreto effetto frenante.
Come dicevamo non c’è un rischio di caduta perché la ISS cade sempre, anche se lentamente, verso la Terra. Tutto ciò che serve è dare una piccola spinta ben orientata, quando necessario per correggere l’orbita. A occuparsi di questa spinta è il motore di manovra del modulo russo Zvezda. In casi particolari intervengono anche i motori delle navette russe Progress. Ovvero quei veicoli che consegnano materiali alla stazione.
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E i russi, a ogni modo, non smetteranno di compiere quest’attività. Lo hanno fatto l’ultima volta l’11 marzo. Cioè dopo le minacce di Rogozin. Il cargo russo Progress MS-18, come sempre, ha attraccato alla stazione, e poi ha acceso i propri motori per sei minuti, su comando del controllo missione russo. Tutto ciò per seguire la procedura di mantenimento della quota orbitale. E se proprio i russi non volessero più fare questo lavoro, potrebbe farlo il Cygnus della NASA (che lo ha già fatto in passato). Oppure potrebbero farlo le navicelle Dragon della SpaceX. Quindi, niente panico. La ISS non sta per cadere sulla Terra!
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