La terapia batteriofagica, ossia l’uso di un virus capace di uccidere uno specifico batterio, potrebbe essere utile per curare alcune gravi infezioni batteriche irrisolvibili con i farmaci. Lo abbiamo scoperto grazie a una sperimentazione avvenuta con successo su una paziente infetta da un batterio super-resistente (Klebsiella pneumoniae).
Alcuni medici coadiuvati da ricercatori specializzati in biologia hanno trattato all’ospedale Erasmus in Belgio una donna adulta infetta da un batterio resistente ai farmaci utilizzando una combinazione di terapia batteriofagica e antibiotici. La loro terapia ha avuto successo.
Ora, nell’articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications, il gruppo descrive le ragioni per cui questo trattamento basato sulla terapia batteriofagica potrebbe funzionare anche in altri casi…
Prima di tutto capiamo cosa sono i batteriofagi. In pratica, sono dei virus che infettano e uccidono i batteri. La scienza cerca di usarli in contesto medico già da molti anni, ma solo in laboratorio e su cavie. Finora, quindi, nessuno aveva mai sperimentato la terapia batteriofagica su pazienti umani. In Belgio, però, si è presentata quest’opportunità unica di curare un paziente bisognoso di aiuto e sperimentare una procedura ancora sconosciuta. Si trattava di capire quanto potesse essere efficace l’uso dei virus per curare i pazienti infettati da batteri resistenti agli antibiotici convenzionali.
Nel caso specifico, la paziente era stata gravemente ferita dall’esplosione di una bomba. Un ordigno fatto esplodere da un terrorista. La donna ha riportato ferite multiple, compreso un danno molto serio alla gamba. I medici le hanno dovuto rimuovere parte dell’osso, e questa procedura chirurgica ha portato a un’infezione batterica. Il batterio in questione è la Klebsiella pneumoniae, noto per essere resistente agli antibiotici. Un microrganismo che crea delle pellicole per difendere l’infezione, rendendo vana l’azione di ogni tipo di medicinale.
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Erano già tanti anni che la donna conviveva con quest’infezione. I medici non sono mai riusciti a curarla. Poi, però il team medico, ha scelto di tentare la terapia batteriofagica. Per procedere senza errori, i medici si sono rivolti anche a un’équipe dell’Istituto Eliava di Tbilisi che da molti anni studia i batteriofagi.
Per utilizzare un batteriofago, è necessario trovare un virus che attacchi l’esatto ceppo di batteri responsabile dell’infezione. Bisogna fare quindi molti test. Nel caso della nostra donna infetta, il virus è venuto fuori da un campione di acqua fognaria. I ricercatori hanno poi coltivato questo virus, quindi lo hanno miscelato in una soluzione liquida che è stata applicata direttamente sul sito infetto della gamba. Per sicurezza, i medici hanno somministrato anche dei classici antibiotici. Con grande stupore dei medici, l’infezione è passata. E ora, dopo tre anni di cure e riabilitazione, la donna ha ripreso a camminare.
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I ricercatori sperano che la terapia con batteriofagi possa essere praticabile per tutti i tipi di infezioni batteriche. Bisognerà però organizzarsi per creare una procedura più veloce di individuazione dei batteriofagi.
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